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Ucraina, Papa Francesco: “Devo incontrare Putin. Se aprisse la porta…”

“A Kiev per ora non vado, prima devo incontrare Putin. Ma anche io sono un prete, che cosa posso fare? Faccio quello che posso”

Papa Francesco Bergoglio

“Il primo giorno di guerra ho chiamato il presidente ucraino Zelensky al telefono. Putin invece non l’ho chiamato”. Sono le parole di Papa Francesco, intervistato dal Corriere della Sera sulla guerra tra Russia e Ucraina. “L’avevo sentito a dicembre per il mio compleanno ma questa volta no, non ho chiamato”, spiega il pontefice riferendosi a Vladimir Putin.

Papa Francesco Bergoglio

“Ho voluto fare un gesto chiaro che tutto il mondo vedesse e per questo sono andato dall’ambasciatore russo. Ho chiesto che mi spiegassero, gli ho detto ‘per favore fermatevi‘. Poi ho chiesto al cardinale Parolin, dopo venti giorni di guerra, di fare arrivare a Putin il messaggio che io ero disposto ad andare a Mosca”.

Papa Francesco: “Come si fa a non fermare tanta brutalità?”

“Certo, era necessario che il leader del Cremlino concedesse qualche finestrina. Non abbiamo ancora avuto risposta e stiamo ancora insistendo, anche se temo che Putin non possa e voglia fare questo incontro in questo momento. Ma tanta brutalità come si fa a non fermarla? Venticinque anni fa con il Ruanda abbiamo vissuto la stessa cosa.

Fornire armi? Non so rispondere, sono troppo lontano, all’interrogativo se sia giusto rifornire gli ucraini. La cosa chiara è che in quella terra si stanno provando le armi. I russi adesso sanno che i carri armati servono a poco e stanno pensando ad altre cose. Le guerre si fanno per questo: per provare le armi che abbiamo prodotto.

Così avvenne nella guerra civile spagnola prima del secondo conflitto mondiale. Il commercio degli armamenti è uno scandalo, pochi lo contrastano. Due o tre anni fa a Genova è arrivata una nave carica di armi che dovevano essere trasferite su un grande cargo per trasportarle nello Yemen. I lavoratori del porto non hanno voluto farlo. Hanno detto: pensiamo ai bambini dello Yemen. È una cosa piccola, ma un bel gesto. Ce ne dovrebbero essere tanti così”.

“Devo incontrare Putin. Se aprisse la porta…”

“A Kiev per ora non vado. Ho inviato il cardinale Michael Czerny e il cardinale Konrad Krajewski, che si è recato lì per la quarta volta. Ma io sento che non devo andare. Io prima devo andare a Mosca, prima devo incontrare Putin. Ma anche io sono un prete, che cosa posso fare? Faccio quello che posso. Se Putin aprisse la porta…“.