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Trump-Biden peggior dibattito della storia? Ricordiamone qualcuno del passato…

Il Primo dibattito tra Trump e Biden tra i peggiori di sempre? Ripercorriamo insieme 5 dibattiti che restano nella storia

Le Elezioni Americane entrano nel vivo. Meno di un mese alla sfida 2020 tra Joe Biden e Donald Trump e primo dibattito archiviato la scorsa notte…

E’ scattato quindi il countdown definitivo per la prossima tornata elettorale presidenziale che vedrà opporsi il 4 Novembre, come da tradizione, i due sfidanti per la Casa BiancaRomaIT fa un tuffo nel passato con voi, partendo dal Dibattito Trump Biden…

Trump-Biden, un vero e proprio scontro

Da un lato il Democratico Joe Biden, ex vicepresidente e braccio destro di Barack Obama; dall’altro il Presidente in carica e uomo d’affari Donald Trump. 

Una sfida quanto mai inedita e ricca di colpi di scena, due candidati agli antipodi, che si contenderanno in questo funesto 2020 la presidenza USA per i prossimi 4 Anni.

Dopo le numerose schermaglie degli scorsi mesi, stanotte è andato in scena il primo dibattito fra i due e, nell’attesa di leggere le più approfondite analisi punto per punto, parola per parola, fact-checking, linguaggio del corpo e dintorni tipico dei media statunitensi, i commenti a caldo d’oltreoceano sono stamattina impietosi.

Il Peggior Dibattito di Sempre?

Il Dibattito Trump Biden? Si è assistito forse al più deludente dibattito presidenziale della storia, nello stile, nelle parole e nella gestione. Continue interruzioni, attacchi personali, parolacce e tanta confusione sui temi oggetto della discussione.

La CBS parla di “caos” vero e proprio, così anche Washington Post e CNN, gli fanno eco le maggiori testate italiane ed europee che parlano addirittura di “peggior dibattito di sempre”

Il Prof. Mario del Pero (professore di Storia Internazionale e Storia della Politica Estera Statunitense a Sciences Po Parigi) a caldo lo commenta esaustivamente così: “Che dibattito imbarazzante. Da una parte un bullo, col vocabolario di un bambino, impreparato e disinteressato ai fatti. Dall’altra un signore anziano e molto affaticato che semplicemente non dovrebbe essere lí. Mi sa che è giunto il momento di rivedere i power point sul declino degli USA”

Un Trump come di consueto aggressivo, diretto e “senza regole” contro un Biden apparentemente accomodante, poco incisivo ed incapace di sfruttare le occasioni a suo vantaggio per provare a chiudere la partita al primo set. 

Ma questa sfida intrigante e intricata, imprevedibile e ricca di colpi bassi sferrati con l’obiettivo di penalizzare l’avversario non è certamente la prima o la più contesa della storia recente degli Stati Uniti.

Altre sfide sono passate alla storia e hanno segnato indelebilmente gli osservatori più o meno interessati alla corsa presidenziale americana. 

Le Elezioni USA, sempre più seguite

Negli ultimi 20 anni le elezioni americane sono sempre più seguite da un vasto pubblico. In particolare è accaduto con l’avvento dei social media, ma sopratutto da quando i media le hanno centrate maggiormente nel dibattito politico europeo e italiano.

Ma analizzare e leggere le vicende legate elle elezioni americane con le lenti focalizzate sulle tipiche dinamiche eurocentriche è fuorviante e non consente una lettura più mirata di ciò che accade oltreoceano. 

Dopo il primo dibattito tv tra Trump e Biden è facile comprendere la grande importanza che essi hanno per il risultato elettorale soprattutto quando esso è in bilico, ma anche quando uno dei due sembra essere in forte vantaggio. 

5 Dibattiti Storici del Passato

Per rifarci un po’ la bocca dopo lo spettacolo poco edificante della notte ripercorriamo 5 Dibattiti Storici, con momenti che hanno davvero segnato la storia politica americana e non solo.

Sfide epiche, passate alla storia e che hanno regalato veri e propri modi di dire divenuti talvolta cult, altre volte veri punti di riferimento su cosa si deve evitare o fare durante un dibattito presidenziale.

1960 Kennedy-Nixon

Ben 60 sono gli anni che ci separano da questo storico confronto, il primo confronto televisivo tra due candidati alla Presidenza. Niente a che vedere per stile e modi con il dibattito Trump Biden.

Questo dibattito segna la prima grande trasformazione della comunicazione politica, uno spartiacque indelebile tra un prima e un dopo la televisione. (Video JFK Library da Youtube)

Ancora oggi la tv rappresenta il mezzo più efficace per entrare in contatto con l’elettorato e influenzarne le scelte e nel 1960 ebbe una forza dirompente e imprevedibile.

Di fronte il navigato ed esperto Repubblicano Richard Nixon (già deputato, senatore e vice presidente con Eisenhower) e il democratico John Fitzgerald Kennedy rampollo e volto pubblico di una delle più importanti famiglie borghesi americane. Tutti sappiamo come sono andate le cose, ma prima di quel dibattito Nixon sembrava favorito.

La presenza televisiva aveva ribaltato la situazione per la buona performance di Kennedy disinvolto e a proprio agio davanti alle telecamere e più capace di sfruttare la sua immagine per calamitare consensi.

Nixon era invece risultato più ingessato, impacciato e turbato dalla “novità” nonostante fosse un politico abile e esperto.

La tv cambiava tutto: immagine, preparazione, capacità di cavalcare i tempi televisivi, per quanto ancora in versione embrionale, sarebbero diventate carte vincenti anche per una elezione così importante. La tv personalizzava il politico e lo rendeva accessibile, discutibile. In questo Kennedy aveva un vantaggio competitivo impareggiabile rispetto a un Politico sì giovane, ma più tradizionale, come Nixon (poi divenuto Presidente qualche anno più tardi).

1976 Ford-Carter

Quello tra Ford e Carter, il secondo dei dibattiti, passa alla storia come il “suicidio” televisivo di Ford.  (Video YouTube del Dibattito)

Carter, abile e moderato, sconfitto nel Primo dibattito da un Ford imbattibile sulla politica interna,  si è visto offrire la vittoria dal suo sfidante senza dover sfoderare nessuna arma particolare (cosa che gli avrebbe fatto comodo 4 anni dopo, ma ci torneremo).

Una frase infelice che palesò, nel vivo della guerra fredda, l’inadeguatezza di Ford: “Non c’è nessun dominio Sovietico nell’Europa Orientale e mai ci sarà sotto la mia amministrazione”. (Video)

L’uscita scriteriata del repubblicano diede a Carter, candidato fino a quel momento poco noto al grande pubblico nazionale, l’occasione di sfoggiare con disinvoltura la maggior preparazione sulla politica estera in un momento storico in cui il confronto con l’URSS era ai primi punti dell’agenda politica.

1980 Reagan-Carter

La serie di dibattiti tra Ronald Reagan e Jimmy Carter passerà alla storia tra le più “televisive” e comunicative di sempre. (Video YouTube Reagan Foundation). Molto più che l’attuale Dibattito Trump-Biden.

Reagan era andato vicino alla candidatura già nel 1976 e nel 1980 era pronto a sfoggiare tutto il repertorio del “grande comunicatore”.

Già dai tempi di Hollywood (e di quando faceva radio) e della candidatura di Barry Goldwater nel 1964 (un endorsement ricordato come il “Time for choosing speech” e tra i migliori discorsi di Reagan), si era messo in mostra per il suo talento di oratore.

Di fronte aveva un Jimmy Carter segnato da 4 anni durissimi sia per la difficile situazione economica che per insuccessi nella la politica estera.

Non ultimo il fallimento del salvataggio degli americani tenuti in ostaggio nell’ambasciata di Teheran (rapiti nel novembre del 1979 e rilasciati poi proprio con l’insediamento di Reagan nel gennaio del 1981)

In un dibattito sempre più complicato Carter decide di sferrare un attacco frontale a Reagan in merito alla posizione di quest’ultimo contro il medicare.

There you go again e Are You Better Off…

La risposta del repubblicano passa alla storia: il “There You Go Again”. (letteralmente tradotto con un “Ci risiamo” ma tipicamente utilizzato in America per spegnere polemiche e “zittire” con stile e sarcasmo l’avversario) pone fine completamente ogni velleità di Carter sancendo l’incapacità di uno scontro comunicativamente alla pari fra i due. (video)

Ma ciò che chiude ogni contromossa e ribalta poi sondaggi e poco più avanti l’esito delle elezioni sarà l’appello finale di Reagan.

Chiude con una escalation di domande sulla condizione degli americani rispetto a 4 anni prima: “State meglio di 4 anni fa?” (Are you better of than you were 4 years ago?). Domande con la risposta scontata per Reagan che comunque suggeriva, qualora la risposta degli americani fosse stata affermativa, di rivotare Carter. (video)

Lo stile oratorio di Reagan, l’abilità di rispondere punto su punto a Carter e la difficile situazione economica che era precipitata proprio durante la sua amministrazione porteranno Reagan ad una vittoria schiacciante, quella che gli Americani definiscono una landslide victory.

1984 Reagan-Mondale 

La presidenza Reagan, dopo i primi momenti di assestamento era stata molto apprezzata dagli americani e lo scontro con Mondale sembrava già impari e dall’esito scontato fin dall’inizio. (Video dibattito YouTube)

Ma durante la campagna elettorale Mondale e i democratici iniziarono a puntare Reagan sul suo punto debole: l’età.

Illazioni su vuoti di memoria, su dimenticanze sempre più serie e inaccettabili per un Presidente americano  (che sarebbe stato il più vecchio con la rielezione) la stavano facendo da padrone nei giorni precedenti il dibattito.

Per questo, nel secondo dibattito televisivo il moderatore gli domandò se, in effetti, non era troppo anziano per essere rieletto.

La risposta è un vero colpo di genio di Reagan: “Non intendo fare dell’età un tema della mia campagna elettorale, Non intendo approfittare della giovane età e dell’inesperienza del mio rivale per ragioni politiche”. (video)

Anche Mondale dinanzi a questa uscita si mise a ridere sancendo di fatto la sua memorabile sconfitta. Un 49-1 (stati) che mai prima era mai accaduto e che ancora grida vendetta…

1992 Clinton – Bush – Perot

L’inusuale dibattito con la presenza di tre candidati si ricorda anche per essere il primo con il “set” utilizzato anche oggi con i candidati liberi di muoversi e con domande provenienti anche dall’opinione pubblica. (Video YouTube CSPAN). Altro che Dibattito Trump-Biden.

Bill Clinton si dimostrò disinvolto e abile nel confrontarsi con i suoi avversari ed in particolare con Bush che incappò in un gesto tanto meccanico e automatico quanto rivelatore di un “disinteresse” generale verso l’audience: controllare l’orologio.

Anche la presenza di Perot incise poi sul risultato finale vista la capacità del terzo candidato di rosicchiare voti sia a Bush che Clinton. Questo danneggiò più il Presidente in carica ed ex vicepresidente che perse le elezioni.

Una sconfitta che vide la chiusura del dominio repubblicano che perdurava dal 1972 con l’Elezione di Nixon (con inframezzo di soli 4 anni con Jimmy Carter).

Dibattiti Recenti e Futuro

I successivi dibattiti rimandano a sfide altrettante epiche. Tra le altre quella tra Bush e Al Gore quella tra Obama e Romney o da ultimo quello tra Trump e Hillary Clinton. Ma sono apparsi, a mio modesto parere (e con possibilità di essere smentito), meno cruciali e decisivi nel senso stretto del termine sul risultato finale tanto quanto quelli su citati. 

Per quanto importanti non sono stati questi dibattiti in maniera definitiva a decretare l’esito degli scontri. Non hanno cioè determinato un completo ribaltamento o amplificazione dell’esito.

Questo perché, in un modo o nell’altro, anche prima dei confronti l’esito era già su una strada indirizzata. 

Ad esempio nonostante la buona performance di Romney o McCain, l’elezione di Obama (specialmente la prima) era un risultato abbastanza prevedibile, nell’aria.

Non che quella di Reagan contro Mondale non lo fosse ma gli accadimenti del dibattito hanno inciso in maniera sicuramente più marcata.  

E questo è accaduto anche con l’Elezione di Trump nel 2016, non scontata, imprevedibile, talvolta inaccettabile, ma comunque già pronosticabile a prescindere dall’esito del dibattito.

Ora aspettiamo con ansia le prossime tappe del confronto tra Trump e Biden sperando di assistere a qualcosa di accettabile, degno di un paese importante come gli Stati Uniti in un momento storico che avrebbe bisogno di qualità, spessore e tanto tanto stile!

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