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Truffa sulla riscossione sulla tassa dei rifiuti, 3 arresti

Circa 90 le vittime finora accertate dai carabinieri Velletri, circa €215.000 euro sottratte allo Stato

Smascherata, dai Carabinieri di Velletri, una truffa ai danni dello Stato che ha portato all’arresto di tre persone – di 50, 53 e 54 anni – ritenute responsabili di truffa pluriaggravata e continuata ai danni dello Stato, appropriazione indebita ed esercizio abusivo di una professione. Gli accusati, tramite la società di recupero crediti – con sede a Pomezia – per cui lavoravano, trattenevano indebitamente i proventi della tassa sui rifiuti. Sono circa 90 le vittime già accertate, tra aziende e privati, ma gli inquirenti pensano che il numero sia destinato ancora a salire.

Le indagini, coordinate dalla procura di Velletri e condotte dai carabinieri della stazione di Ariccia tra il maggio 2014 e giugno 2015, si sono concentrate sui tre – il legale rappresentante, un dipendente incaricato alla riscossione e un sedicente avvocato responsabile legale, accusato anche di esercizio abusivo della professione – per i quali è scattato anche il sequestro dei beni.

La società di Pomezia aveva ricevuto l'appalto per il recupero dei crediti, da parte degli utenti responsabili del mancato pagamento della tariffa di igiene ambientale o Tia, oggi Tares, .dalla società Ambi.en.te. Spa, a totale capitale pubblico ed incaricata del servizio di raccolta e gestione dei rifiuti per vari comuni della provincia di Roma e Frosinone. Secondo i Carabinieri, la società di riscossione ha indebitamente trattenuto somme in contanti equivalenti a 215.000 euro circa, non versate alla Ambi.en.te. spa, ricevute direttamente dagli utenti, truffando così circa 90 tra privati cittadini e aziende, quasi tutti nei comuni di Ariccia e Ciampino.

Le vittime sono state individuate dai carabinieri ed hanno presentato denuncia ma, per alcune di esse, è stata anche attivata la procedura civile di recupero del credito tramite decreto ingiuntivo, con un doppio danno per i cittadini truffati. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati i locali della società ed è stata recuperata documentazione probatoria.

Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Velletri ha disposto la misura degli arresti domiciliari a carico dei tre e un sequestro preventivo dei beni mobili ed immobili degli indagati fino al raggiungimento della somma di 215.000 euro. Sequestrati 17 conti correnti, 9 veicoli e 5 immobili e quote societarie in possesso degli indagati.

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