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Tramvia TVA, salta Risorgimento: il tracciato punta su Largo Argentina

La Giunta approva la memoria per la connessione con la linea 8 e accelera sul primo lotto Porta Cavalleggeri–Argentina

Tram 8 di Roma

La tramvia Termini–Vaticano–Aurelio, (la TVA), è considerata uno dei progetti più importante dell’attuale consiliatura e, soprattutto, chiave per il futuro della mobilità romana. L’obiettivo è creare un collegamento su ferro tra la stazione Termini, l’area di San Pietro e il quadrante ovest della città, alleggerendo il traffico su gomma e integrando la linea con la rete tram attuale. Dopo mesi di stallo, l’11 ottobre la Giunta capitolina ha approvato una nuova memoria che ridisegna alcuni punti del progetto e definisce le prossime scadenze operative.

Ecco la nuova tramvia TVA di Roma Capitale

Il documento, identificato come MGCa 83/2025, prevede una modifica sostanziale: la rotatoria tramviaria inizialmente prevista a piazza Venezia viene eliminata e si punta invece sulla connessione con la linea 8 in corrispondenza di largo di Torre Argentina. L’ipotesi più concreta è il ripristino dei binari rimossi nel 2013 davanti al Teatro Argentina, così da garantire l’innesto senza interventi invasivi nell’area monumentale di Venezia.

La memoria tocca anche il tema delle infrastrutture di esercizio. Il parcamento previsto a largo Cardinal Micara potrà ospitare 14 tram, ma non sarà attrezzato per la manutenzione. Per questo motivo si ricorrerà ai depositi di Porta Maggiore e al nuovo impianto Gino Severini, tuttora in costruzione. La scelta consente di contenere i costi e di evitare ulteriori opere nell’area vaticana.

Uno degli aspetti più rilevanti riguarda il possibile stralcio del ramo verso piazza Risorgimento. L’ipotesi è maturata dopo i lavori su via Ottaviano, che hanno reso impraticabile il passaggio dei tram sulla basaltina di Bagnoregio. Se confermata, la linea perderebbe il collegamento con il Vaticano e assumerebbe di fatto il tracciato Termini–Aurelio. Questa evoluzione, tuttavia, non è riportata esplicitamente nella memoria approvata e resta legata alle fasi successive di progettazione.

Il prossimo passaggio chiave è la conferenza dei servizi decisoria sulla tratta Porta Cavalleggeri–Argentina, prevista per novembre. Il procedimento potrà durare fino a 45 giorni, con la possibilità di tempi più rapidi se la documentazione risulterà completa. Il lotto sarà affiancato dal parcamento di Micara e rappresenterà l’avvio operativo della prima fase della TVA. Una volta chiusa questa fase amministrativa, è probabile che non si torni a discutere ufficialmente del progetto fino al 2028.

Parallelamente è in programma la fase preliminare sulla tratta Giureconsulti–Porta Cavalleggeri. Il primo intervento riguarda lo spostamento dei sottoservizi, a cominciare dal rinforzo dell’acquedotto del Peschiera sotto Villa Carpegna. Per realizzare il camerone sotterraneo in cemento armato serviranno circa due anni di lavori. Solo a partire dal 2028 si potrà procedere con la posa dei binari sulla tratta Giureconsulti–Argentina e attivare la connessione con la linea 8.

Sul progetto si è discusso anche nella commissione PNRR della scorsa settimana. L’assessore alla Mobilità, Eugenio Patanè, ha confermato le linee della memoria e ha respinto l’idea che la TVA sia rinviata a un eventuale secondo mandato. L’espressione era stata rilanciata su La Repubblica, in un articolo firmato da Emiliano Pretto, secondo cui alcuni tratti – in particolare la futura sezione Argentina–Termini – potrebbero prendere forma solo dopo le elezioni comunali.

Alla seduta hanno partecipato anche associazioni e realtà cittadine, invitate dal presidente della commissione, Giovanni Caudo. Diversi interventi hanno evidenziato il divario tra il quadro programmato e lo stato effettivo dei lavori, ancora inesistenti nei cantieri. La discussione ha fatto emergere anche posizioni contrarie o dubbiose: la consigliera Lavinia Mennuni Barbato (Fratelli d’Italia) ha ribadito l’opposizione al passaggio dei tram su via Nazionale, mentre dall’associazione TuTrap APS sono arrivate osservazioni sull’utilità complessiva della linea.

Le tratte successive restano un terreno complesso. Per il collegamento Venezia–Termini andranno affrontati i vincoli inseriti nel 2023 e coordinati con il progetto di riqualificazione di via Nazionale elaborato dall’Università Sapienza. Anche il possibile prolungamento verso Risorgimento richiederà un confronto con gli interventi su via della Conciliazione e sull’assetto urbano del Vaticano. Per entrambe le estensioni si guarda a una fase successiva all’attivazione del primo lotto e a un quadro politico favorevole nella prossima consiliatura.

In sintesi, la TVA non è stata accantonata, ma procederà per tappe. Nel 2026 è previsto l’avvio degli interventi sui sottoservizi, mentre il 2028 dovrebbe segnare l’inizio dei lavori di posa dei binari. Solo dopo l’apertura della tratta Giureconsulti–Argentina si potrà tornare sulla progettazione dell’estensione verso Termini e sulle diramazioni oggi in discussione.

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Andrea Castano – Odissea Quotidiana