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Tipi romani, “Usa e Cicca” di Giuliano Compagno

Se Roma valga almeno una cicca bisogna chiederlo ai fumatori che non concepiscono l’utilizzo di un posacenere portatile

Se Roma valga almeno una cicca bisognerebbe chiederlo a tutti i fumatori che non concepiscono l'utilizzo di un posacenere portatile. L'ho usato per quattro anni in Norvegia, dove una schicchera di mozzicone poteva costare, in multa, più di una stecca di Davidoff. Ma rientrato in Capitale, riprendevo anche io le vecchie abitudini. È un bel pò che ho smesso e ormai vedo le cose alla giusta distanza. Noi tabagisti pensiamo che la cicca sia nulla di che, un oggettino impercettibile al mondo che tra l’altro rappresenta un piacere concluso. Falso: Roma NON smaltisce circa 11 milioni di cicche al giorno, che fanno la bazzecola di 4 miliardi l’anno. Ricordo l’espressione stupefatta del barista di quartiere al quale una mia amica di Oslo, dal suo tavolino esterno, aveva chiesto dove potesse spegnere la sigaretta. E ignoro se il progetto di sanzionare i contravventori sia passato o meno in Parlamento, a far compagnia alle migliaia di leggi inapplicabili. Mentre l’educazione civica, quella c’è possibilità che un bel giorno venga romanamente applicata.     

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