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Su Ama inchiesta da brividi, scandalo Mafia Capitale impallidisce a confronto

Perché i cittadini pagano la bolletta rifiuti, vivono in una città sporca e hanno il diritto pieno di sapere come stanno le cose

ama inchiesta

Ama sotto inchiesta

Ama inchiesta Procura di Roma e Corte dei Conti

“L’inchiesta delle due Procure, di Roma e della Corte dei Conti, su Ama è da brividi. Per cubatura riesce a far impallidire persino lo scandalo di Mafia Capitale.

Raggi dovrebbe spiegare in Aula ai romani come sono stati impiegati in questi anni i loro soldi pagati ogni sei mesi con la Tari”. Lo scrive in in una nota il senatore di Forza Italia, Francesco Giro.

“L’inchiesta- afferma Giro- nasce addirittura da una relazione degli ispettori della Banca Centrale Europea di Francoforte sulla Banca Popolare di Sondrio.

Banca quest’ultima dove è aperto il conto corrente intestato alla società municipalizzata su cui convergono i flussi della Tari, il tributo dei rifiuti.

Tari non riversata al Campidoglio

Gli ispettori di Francoforte contestano ad Ama di aver trattenuto a fine gennaio 2019, 250 milioni della Tari per pagare le banche creditrici, estinguere alcune obbligazioni finanziarie e rafforzare la propria posizione di liquidità.

La Tari per la legge è patrimonio altrui (del Comune) che la deve impegnare per investimenti nella qualità ambientale e come tale deve essere dunque interamente riversata al Campidoglio.

Dal 2013 ad oggi tra Comune e Ama sono transitati 5 miliardi di euro.

Di questi non sono stati riversati 76,7 milioni nel 2013, 110,2 milioni nel 2014, 140,5 milioni nel 2015 e 118 milioni nel 2016. E, dopo l’allontanamento dell’Ad. Bagnacani da parte della Sindaca, altri 284,5 milioni nel 2019.

A questo proposito sembrerebbe che Bagnacani abbia sempre riversato per intero l’introito della Tari, come conferma l’ex assessore Muraro al Corriere della Sera e l’ex Cda Vanessa Ranieri.

A riprova di ciò il diniego del Dg del Comune proprio ad una richiesta dello stesso Bagnacani di poter trattenere la Tari per il bimestre novembre-dicembre 2018, una deroga non concessa”.

“Ma già nel febbraio 2019 con una lettera clamorosa pubblicata oggi dal Corriere della Sera – il Dg del Comune parrebbe consentire ai vertici Ama di non riversare la Tari.

Le inchieste sull’azienda dei rifiuti

E sembra che ciò avrebbe permesso ad Ama di continuare a compensare le somme dovute dal Comune all’Azienda per il pagamento del canone previsto dal contratto di servizio e di altri servizi di igiene ambientale.

In conclusione occorre fare chiarezza sui vertici Ama e sulle eventuali responsabilità degli amministratori del Campidoglio.

Inoltre bisogna fare luce sulle pressioni, se vi sono state, da parte degli istituti bancari coinvolti.

E sui possibili ed eventuali vantaggi personali dei manager con bonus o premi di produttività legati all’approvazione dei bilanci dal 2013 al 2016.

Senza dimenticare le inchieste ancora in piedi sulla lite Raggi – Bagnacani -Muraro sui 18 milioni di crediti per i servizi cimiteriali.

E ancora le inchieste sulla svalutazione immobiliare dell’ex Centro Carni e sulla mancata approvazione dei bilanci Ama, l’ultimo risale al 2016.

Le nostre non sono illazioni e tanto meno accuse, ma l’esito di un’attenta lettura di tutti i resoconti dei maggiori quotidiani nazionali. Poniamo dei quesiti con rispetto, ma anche con la necessaria fermezza nell’interesse dei cittadini romani.

Cittadini che pagano la loro bolletta rifiuti, che vivono in una città sporca e che hanno tutto il diritto di sapere come stanno le cose”.

(Red/ Dire) 

 

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