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Stupro come arma di guerra: accuse ai soldati russi

Stupro come arma di guerra. Il procuratore ucraino ha denunciato l’ennesimo caso di stupro dall’inizio del conflitto

Carro Armato fotografato frontalmente

Carro Armato

Stupro come arma di guerra. Il procuratore ucraino ha denunciato l’ennesimo caso di stupro dall’inizio del conflitto.

L’esercito russo usa lo stupro come “arma di guerra”. A lanciare l’ennesima accusa è il procuratore ucraino, Iryna Venediktova. Secondo quanto riportato dall’Independent, i soldati di Mosca avrebbero violentato una donna in un’abitazione vicina a Kiev, davanti agli occhi del figlio.

Ennesimo stupro come arma di guerra

I soldati dell’esercito di Putin vengono, nuovamente, ritenuti responsabili dello stupro di una donna in un’abitazione vicino a Kiev, precisamente nel sobborgo orientale della capitale, Brovary. I soldati avrebbero fatto irruzione nell’abitazione uccidendo prima il marito e violentando poi la donna davanti agli occhi del figlio. Non sono stati forniti dettagli o prove a sostegno che possano confermare con certezza l’accaduto. Non è chiaro quindi il momento preciso in cui sarebbe avvenuto l’attacco.

L’accusa ai soldati russi

L’accusa è gravissima. Il procuratore generale del Paese, in alcuni post presenti sui social media, ha affermato che le accuse sono sotto indagine da parte dello Stato. La prima accusa di stupro presentata contro i russi è stata un mese fa, all’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte di Vladimir Putin. Una parlamentare ucraina, Lesia Vasylenko, ha ricordato quanto accaduto in Germania durante la Seconda Guerra Mondiale. “Due milioni di persone furono violentate dai russi. La Russia usa di nuovo lo stupro come strumento di guerra. Questa volta in Ucraina. La storia si ripete“.

Stupro come arma di guerra: scarsa propensione alla condanna

All’inizio di questo mese anche il ministro degli esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha rivolto alle forze russe accuse di stupro. In collegamento video a un evento ospitato dal “think tank Chatham House” a Londra, Kuleba, ha affermato che i soldati di Mosca hanno commesso crimini sessuali in Ucraina. Il ministro degli Esteri, alla domanda se Putin debba essere processato per crimini di guerra, denuncia la scarsa propensione alla condanna del diritto internazionale. Dichiara: “Quando le bombe cadono sulle vostre città, quando i soldati violentano le donne nelle città occupate – e purtroppo abbiamo numerosi casi di quando i soldati russi violentano donne nelle città ucraine – è difficile parlare dell’efficienza del diritto internazionale“. Due giorni fa anche il Pentagono ha accusato il Cremlino di aver commesso crimini di guerra contro i civili ucraini.

La denuncia del sindaco di Brovary

Come riporta Giornale.it, nella città di Brovary sarebbero stati commessi numerosi altri stupri. La prima accusa è stata fatta dal sindaco della città, Ihor Sapozhko, che ha denunciato quanto è venuto a sapere da alcuni testimoni fuggiti dalle zone occupate. “I soldati violentano le donne ucraine. Sappiamo che avviene, lo raccontano sottovoce tanti tra coloro che scappano dalle zone occupate. È un problema grave, ancora non capiamo quanto sia diffuso. Ma siamo già a conoscenza di casi specifici“. Il sindaco ha aggiunto inoltre che dalle testimonianze è emerso che sarebbero gli stessi comandanti a incitare i soldati a stuprare le donne, mogli e figlie di volontari civili o combattenti ucraini.