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Siccità, Curcio: Stato di emergenza e possibile razionamento dell’acqua

Le dichiarazioni del capo della Protezione Civile per affrontare l’allarme siccità

Siccità

“La dichiarazione dello Stato di emergenza è un atto del governo formale, non è che di per sé risolva il problema soprattutto in un emergenza così particolare di mancanza d’acqua”. Lo ha detto il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio a SkyTg24.

Siccità, le dichiarazioni della Protezione Civile

“L’importante della dichiarazione dello stato di emergenza è capire quali misure si possono mettere in campo per mitigare questa problematica.

Stiamo ragionando proprio da un paio di settimane con le regioni non tanto sul fatto se dichiararlo o meno, possiamo dichiararlo anche domani, ma non cambia nulla. Quello che dobbiamo fare è dichiararlo una volta che abbiamo chiare quali sono le misure che si possono o si vogliono mettere in campo per mitigare questo problema”.

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“I criteri li stiamo definendo con le regioni e soprattutto le misure, per capire se è un problema di idropotabile, o se è un problema di bilanciamento di risorse idriche.

Penso che nelle prossime due settimane, avremo chiare quelle che saranno le misure quindi potremo fare le dichiarazioni di stato di emergenza”.

Non si può escludere “il razionamento diurno dell’acqua” in relazione alla siccità che ha colpito varie zone d’Italia.

Siccità, la differenza tra calamità e stato di emergenza

“E’ necessaria poi la differenza tra stato di calamità e stato di emergenza. Calamità riguarda principalmente l’agricoltura, la produzione agricola e prevede un indennizzo, mentre lo stato di emergenza è un qualcosa di più complesso perché prevede misure differenziate, requisiti da avere, una sorte di asticella tecnica”.

“Io continuo a dire che su temi così diversificati come quello dell’acqua, ci sono troppi attori attorno al tavolo: regioni, bacini distrettuali ministeri, le gestioni degli acquedotti. Bisogna potenziare la capacità di un dialogo nazionale che poi arrivi fino al territorio”.

“Probabilmente questa frammentazione di competenze non ha aiutato e non aiuta. Perché ognuno guarda un pezzo e manca una visione generale anche per ottimizzare le risorse europee che stanno arrivando”, ha concluso Curcio.