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Sciopero generale nazionale del 3 ottobre: è legittimo? Ecco le informazioni utili

Nella capitale verranno applicate le classiche fasce di garanzia: dalle prime corse fino alle 8:29 e poi dalle 17 alle 19:59 i mezzi pubblici garantiranno un livello minimo di servizio

Sciopero generale 3 ottobre

Mentre la Commissione di garanzia sugli scioperi lo ha giudicato «illegittimo», lo sciopero generale proclamato da Cgil, Usb, Cub, Sgb e Cobas per venerdì 3 ottobre è confermato dalle tutte le sigle. In bilico l’operatività di scuole, uffici pubblici, trasporti e settori privati. E in molti casi la definizione di cosa sia «servizio minimo garantito» rischia di diventare terreno conteso fino all’ultimo minuto.

Il pronunciamento del Garante e la risposta dei sindacati

La Commissione di garanzia ha formalmente dichiarato che lo sciopero indetto per il 3 ottobre è illegittimo, sostenendo che sia stato proclamato in violazione dell’obbligo legale di preavviso previsto dalla legge 146 del 1990. Nel dettaglio, secondo il Garante non risulta applicabile la deroga prevista per gli scioperi «in difesa dell’ordine costituzionale o in protesta per gravi eventi lesivi dell’incolumità e della sicurezza dei lavoratori» — la motivazione richiamata dai sindacati — perché non sarebbero soddisfatte le condizioni giuridiche che la norma richiede.

Di fronte a questa pronuncia, le organizzazioni sindacali non retrocedono. Cgil ha annunciato che impugnerà la delibera, considerando ingiustificata l’interpretazione del Garante: “Il nostro sciopero è pienamente legittimo”, ha affermato il segretario Maurizio Landini, rivendicando che le condizioni poste siano effettivamente presenti. L’Usb e altre sigle concordano nel sostenere che la gravità dell’abbordaggio della Flotilla rappresenti una violazione che giustifica l’azione senza preavviso.

Il governo, attraverso il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, si è affrettato a puntualizzare che chi parteciperà a uno sciopero dichiarato illegittimo “ne pagherà personalmente le conseguenze”, secondo le previsioni della legge. Tuttavia al momento non è stata disposta una precettazione immediata: lo stesso Salvini ha detto che “in questa fase delicata non ritiene utili prove di forza”.

Il contenzioso è ormai inevitabile: i sindacati hanno annunciato che porteranno la questione davanti al giudice del lavoro. Se quest’ultimo dovesse convalidare l’azione, l’agitazione troverebbe retroattivamente una copertura legale; in caso contrario, si aprirebbe la strada a sanzioni nei confronti delle sigle promotrici (da 2.500 a 50.000 euro) secondo la normativa vigente.

Cosa rischia di fermarsi: scuola, trasporti, uffici

Scuola a macchia di leopardo

La sospensione delle attività scolastiche non sarà uniforme su tutto il territorio nazionale, ma soggetta all’adesione degli insegnanti e del personale. La Cgil avverte che i dirigenti potranno adottare “misure organizzative per garantire il servizio”, ma se l’adesione sarà così ampia da rendere impossibile l’erogazione delle lezioni, l’istituto potrà chiudere. In pratica: in alcune scuole si darà lezione, altrove rimarranno le aule vuote.

Trasporti: fasce garantite e servizi sospesi

Nella capitale, come in molte altre città, verranno applicate le classiche fasce di garanzia: dalle prime corse fino alle 8:29 e poi dalle 17:00 alle 19:59 i mezzi pubblici dovrebbero garantire un livello minimo di servizio.

Oltre queste fasce — ovvero tra le 8:30 e le 16:59, e dopo le 20:00 fino al termine del servizio — la situazione sarà in bilico. Sono a rischio diverse tipologie di corse:

  • le linee normali (bus, tram) che operano oltre le 24:00
  • le corse notturne di numerose linee (tra cui 8, 38, 44, 61, 86, 170, 246, 301, 451, 664, 881, 916, 980) e quelle delle linee 314, 404, 444 gestite da operatori diversi da Atac
  • le corse delle metropolitane A e B/B1 oltre la mezzanotte
  • le navette sostitutive della metro C con corse oltre la mezzanotte
  • in alcune situazioni, anche scale mobili, ascensori, montascale, biglietterie, bike box e locker potrebbero non essere attivi

Nelle ore notturne, i bus con “n” (linee notturne) dovrebbero circolare, ma solo nei limiti delle fasce concordate e salvo adesione degli operatori.

Per i taxi, è previsto uno sciopero totale dalla mezzanotte (00:01) alle 24:00 per tutte le sigle tranne itTaxi, che ha annunciato servizio regolare per la giornata.

Uffici, industria e altri settori

Lo sciopero coinvolge trasversalmente molti segmenti dell’economia e della pubblica amministrazione: dagli uffici ai lavori di logistica, dai servizi ferroviari agli appalti, dalla gestione delle infrastrutture (autostrade, Anas) al trasporto merci, fino ai servizi funebri, agli impianti a fune e al noleggio con e senza conducente. Restano operative — almeno formalmente — le prestazioni minime essenziali previste dalla legge: sanità, raccolta rifiuti, sicurezza pubblica, servizi sociali e altri servizi di tutela costituzionale, nei limiti dell’operatività volontaria.

Perché lo sciopero generale

L’agitazione del 3 ottobre è stata indetta come forma di solidarietà alla missione della Global Sumud Flotilla, bloccata al largo di Gaza da unità navali israeliane. I promotori ritengono che l’operazione israeliana costituisca un’aggressione contro navi civili, mettendo in pericolo la vita di operatori, volontari e la popolazione palestinese.

I sindacati sostengono che il blocco messo in atto da Israele violi diritti costituzionalmente protetti e che la scelta di indurre uno sciopero non preavvisato rientri nella clausola legale prevista per situazioni straordinarie che minacciano la tutela dell’ordine costituzionale.

Il Garante, al contrario, ritiene che la condotta non soddisfi i requisiti giuridici per giustificare una deroga al preavviso. Secondo la Commissione, il richiamo all’articolo che consente scioperi senza preavviso non è applicabile in questo caso e non basta l’argomento della “gravità” dell’evento.

Sul piano pratico, non si tratta di una novità isolata: il 22 settembre scorso si era già tenuto uno sciopero nazionale di 24 ore in solidarietà con Gaza, che aveva coinvolto trasporti, scuola, manifestazioni e blocchi, con adesioni differenziate nelle città. Quella esperienza torna oggi come riferimento — sia per le modalità di adesione — che per le attese politiche.

Cosa può decidere il giudice e quali scenari possibili

La partita oggi è in gran parte nelle aule del diritto. Se il giudice del lavoro dovesse dare ragione ai sindacati, lo sciopero potrebbe essere considerato retroattivamente legittimo e privo di conseguenze pecuniarie per le organizzazioni che lo hanno convocato. Se invece il giudice confermasse la posizione del Garante, potrebbero essere comminate sanzioni amministrative (2.500–50.000 euro) alle sigle promotrici, mentre i lavoratori aderenti, in assenza di precettazione, non potrebbero essere sanzionati individualmente.

Il rischio più concreto — oltre a possibili contenziosi — è il disorientamento finale: nel corso della giornata, le amministrazioni locali e le aziende dovranno informare cittadini e utenti su quali linee funzioneranno, su quali scuole resteranno aperte e su quali uffici opereranno. Lo scenario è in evoluzione fino all’ultimo minuto.