Sanità pubblica, privata convenzionata, privata convenzionata extra-territoriale, privata a pagamento: a chi rivolgerci?
Cos’è che non torna? Sanità pubblica o privata? A quale dobbiamo affidarci per le nostre cure, con il minimo possibile di ansia?
Sala operatoria, pexels, shvetsa
È cronaca di queste ore l’arresto ai domiciliari di un primario del reparto di nefrologia di uno dei più importanti ospedali di Roma, il Sant’Eugenio. Da ciò che emerge dai media, il medico avrebbe ricevuto denaro dagli amministratori di strutture private alle quali indirizzava i propri pazienti in dialisi.
Il primato della Sanità pubblica. Sarà vero?
La parte cinica dentro di me è portata a dire: “Sai che novità!” pronta quindi a scandalizzarsi per altre perle che la cronaca ci offre quotidianamente. Però poi mi fermo, e realizzo che sono anni che vado in giro predicando la superiorità della Sanità pubblica, la sola che può essere garanzia di qualità, di trasparenza e indipendenza dalla logica del profitto.
Senonché, avendo letto di diagnosi di tumori al cervello inesistenti (caso del giornalista Purgatori), di povere ragazze colpite da meningite non credute, minacciate e sballottate da un pronto soccorso all’altro (il caso di Valeria Fioravanti), di scazzottate nelle sale operatorie del Policlinico Tor Vergata passate sostanzialmente impunite, e leggendo ora dell’uso strumentale da parte di medici di poveri pazienti dializzati per ingrassare le proprie tasche, tutte le mie certezze in tema di Sanità pubblica vacillano pericolosamente.
Cos’è che non torna? Sanità pubblica, Sanità privata convenzionata, Sanità privata convenzionata extra-territoriale, Sanità privata a pagamento, tutte coesistenti nel territorio del Lazio: a quale dobbiamo affidarci per le nostre cure, con il minimo possibile di ansia? Esiste una via maestra che ci possa portare fuori da questa palude? E, a fronte di questi episodi ripetuti, quale ci aspettiamo che sia la risposta, di pancia e di testa, dei cittadini?
Il contenuto del seguente dialogo immaginario fra un fautore della Sanità pubblica (IO) e un “agnostico”, vale a dire una persona a cui non interessa il problema della natura del servizio sanitario offerto, può aiutare a darci almeno qualche risposta in proposito.
Sanità pubblica: pro e contro
AGNOSTICO: Allora, hai ancora il coraggio di sostenere che “Sanità pubblica è bello”? Cosa deve succedere ancora per farti ragionare?
IO: Sei strumentale se stai a guardare gli episodi singoli. Quella che conta è l’idea di Sanità, una sanità che non risponda a logiche di profitto, è l’unica possibile.
AGNOSTICO: Buona questa! E questo signore che è finito ai domiciliari l’altro giorno da quale logica si faceva guidare, se non quella del denaro e del potere?
IO: Va bene, ma le mele marce esistono ovunque. Ammetterai che, a differenza di quello che accade nelle strutture extra-territoriali qui di Roma, almeno la giustizia ha avuto campo libero per indagare su corrotti e corruttori.
AGNOSTICO: Magra consolazione. Converrai con me però che questo ultimo episodio del Sant’Eugenio segnala, più che una singola mela, un intero sistema marcio di cui il primario è solo la punta dell’iceberg
IO: Qui il problema non è Sanità pubblica o Sanità privata. Il problema è come le figure apicali vengono selezionate. Con quali criteri i dirigenti dei reparti vengono confermati nelle stesse strutture e senza limiti di tempo, lasciando loro la possibilità di radicarsi e crearsi le proprie baronie e clientele. La rotazione fra diverse ASL e strutture ospedaliere delle figure apicali potrebbe aiutare a mitigare questi meccanismi tremendi. Come accade per tante altre realtà pubbliche.
AGNOSTICO: Figurati! Si rivolterebbero immediatamente tutti gli ordini professionali, quelli che comandano veramente. La verità è che troppo spesso la Sanità pubblica cerca di offrire un’immagine di sé che inganna. La Sanità pubblica al servizio del cittadino, la Sanità pubblica che agisce in piena trasparenza, la Sanità pubblica lontana dalle logiche del profitto. Ma quando mai? Sei mai entrato in un ospedale pubblico dopo le tre del pomeriggio? Deserto assoluto! La stragrande maggioranza dei medici “pubblici” sono già andati a guadagnarsi i veri soldi, cliniche private o intramoenia che sia.
E secondo te è questa la Sanità al servizio del cittadino? Quella a cui penna, stetoscopio e bisturi cadono dalle mani al suono della campanella a metà giornata? Almeno nella Sanità privata la logica del profitto è chiara fin dall’inizio, e solo gli ingenui non ne tengono conto.
IO: Adesso non esagerare, ci sono eserciti di medici che si sbattono per l’intera giornata, cercando di non affogare in un mare di disorganizzazione e di mancanza di personale. È questa la parte buona della nostra Sanità pubblica, quella da salvare e valorizzare. Sì, senza la Sanità privata il sistema non reggerebbe, ma, ammettilo, ogni qual volta si crea un problema serio nelle varie cliniche e clinicuzze private, se non ci fossero gli ospedali pubblici a metterci una pezza, i morti si conterebbero a mazzi.
E ammetti anche che il disfacimento della Sanità pubblica a cui stiamo assistendo è perfettamente funzionale all’accrescimento del giro di quattrini per la Sanità privata. E di questo dobbiamo ringraziare generazioni di politici incapaci e collusi.
AGNOSTICO: Prendi il caso di Roma: non ti dice nulla il fatto che i migliori ospedali siano privati/convenzionati? Il Gemelli, il Fatebenefratelli, il Bambino Gesù…
IO: e no, adesso esageri! Sai bene che il Vaticano ha conquistato gran parte della Sanità romana a suon di favori, finanziamenti pubblici e debiti. E, quando si fa extra-territoriale, neppure si degna di rendere pubblici i bilanci e gli esiti dei propri ricoverati, così come fanno tutti gli altri ospedali.
Salvo poi autodefinirsi “eccellenza” e puntare, con il favore del Governo e della Regione, a portare al Vaticano, con l’operazione Forlanini, un’altra bella fetta di territorio, pari circa alla metà del territorio attuale del Vaticano stesso. Non mi parlare di classifiche, per carità…ognuno si fa le proprie con le complicità di giornalisti e operatori del settore compiacenti
AGNOSTICO: Va bene, i privati sono tutti brutti e cattivi, e allora tu cosa proponi? Chiudiamo tutte le strutture private, così il nefrologo di turno non saprebbe come arricchirsi?
IO: Inutile farsi illusioni. La verità è che, pubblico o privato, se il medico è marcio o, bene che vada, incapace, negligente o imprudente, non c’è regola che tenga. Una delle poche stampelle per questo sistema sono i controlli. I controllori devono essere fedeli servitori dello Stato e dei cittadini, e i nostri NAS, Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza non potrebbero essere migliori.
Ma dovrebbero essere lasciati nella possibilità di indagare tutti e a tutto campo anche nel campo della Sanità. Non so proprio se sia così qui da noi nel Lazio. Di certo non è così nelle aree extraterritoriali che già abbiamo e che, ahimè, avremo sempre di più nel cuore di Roma.
Dott. Maurizio Federico
Esperto in Virologia, Nanotecnologie e Vaccini, Dirigente di Ricerca presso il Centro Nazionale per la Salute Globale dell’Istituto Superiore di Sanità.
