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Roma. Salario accessorio e contratto decentrato: è battaglia

Si conclude con un ‘nulla di fatto’ l’incontro voluto dal sindaco Marino. Sindacati proclamano stato di agitazione

IL SINDACO INCONTRA I SINDACATI. Ieri “c’è stato un primo incontro dopo la rottura, incontro che ha voluto il sindaco e che è positivo, perché per noi il dialogo doveva andare avanti. Il nostro punto di riferimento è stato garantire il salario accessorio con tutti fondi previsti nel bilancio 2014. Oggi abbiamo presentato la delibera ai sindacati, il dialogo è aperto, le sigle sindacali hanno illustrato le loro criticità. Il 26 agosto ci sarà un tavolo sulla scuola con l’assessore Cattoi, e a seguire sui vigili e sul decentramento. Abbiamo mesi di tempo per perfezionare il tutto”. Lo commenta così l’incontro di ieri tra sindacati e parte politica il vicesindaco Luigi Nieri, ostentando una sicurezza e una tranquillità che non appartengono, allo stesso modo, ai dipendenti capitolini e ai sindacati.

Della rottura con questi ultimi, se ne parlava già qualche giorno fa, dopo che proprio il vicesindaco con delega al Personale Luigi Nieri si era alzato dal tavolo delle trattative a poche ore dall’approvazione del Bilancio previsionale 2014, intenzionato a procedere alla modifica del contratto con un atto unilaterale. Atto che, poi, è stato approvato anche dalla Giunta Marino. I sindacati, in forma di protesta, avevano occupato il I Dipartimento Risorse Umane in via del Tempio di Giove. Un’occupazione che suonava come un invito a tornare a quel tavolo abbandonato poche ore prima.

Un atto, quello unilaterale, firmato Marino-Nieri-e tutta la Giunta, che rimbomba come l’esplosione di una bomba in tempi di tregua: infatti, dopo una manifestazione che si era svolta ai piedi di Palazzo Senatorio, i sindacati avevano espresso chiaramente la loro volontà di non darsi per vinti e di dichiarare lo stato di agitazione.

I SINDACATI: “CONFERMIAMO LO STATO DI AGITAZIONE”. E allora, ecco l’ennesimo dietrofront di questa maggioranza: convocare d’urgenza le 5 sigle sindacali per riaprire il dialogo. CGIL, CISL, UIL, CSA e DICCAP a rapporto! Un incontro, quello di ieri, che però, per i sindacati, non è stato così positivo come per il vicesindaco Nieri. “Ci è stata illustrata la delibera approvata dalla Giunta: da una prima occhiata al testo (turnazioni e produttività, questi i due perni, ndr) confermiamo tutta la nostra contrarietà e abbiamo rappresentato al sindaco la nostra arrabbiatura per una scelta unilaterale contro cui confermiamo lo stato di agitazione con le eventuali azioni legali. Segnaliamo però che ci sarà un dialogo politico con il sindaco Marino, in cui capiremo quante delle nostre proposte saranno accolte, e dei tavoli tematici a partire dalla scuola” – faceva sapere ieri il segretario della Fp Cgil Roma e Lazio Natale Di Cola al termine dell’incontro sul salario accessorio in Campidoglio.

“La riforma secondo noi non garantisce i servizi a cittadini – continuava Roberto Chierchia della Cisl Fp – Vedremo gli esiti del tavolo politico, nel frattempo confermiamo lo stato di agitazione ed eventuali azioni legali e sindacali. Per ora ci risulta che questo nuovo contratto, approvato in maniera unilaterale non garantirà gli attuali livelli salariali”.

IN AULA PROTESTA DELL’OPPOSIZIONE. Intanto, nemmeno l’opposizione resta ferma. Ieri è scoppiata la protesta sul salario accessorio in Assemblea capitolina, a firma dei consiglieri comunali dell’opposizione, da Ncd a Forza Italia fino a FdI-An, che durante la seduta hanno esposto manifesti funebri con su scritto ‘Roma 21 aprile 754 a.C. – 12 giugno 2013 d.C.’ e un fotomontaggio che ritrae il sindaco Ignazio Marino vicino al personaggio di Robin Hood. Tra gli altri cartelli esposti, ‘Grazie al duo Marino-Nieri 24mila dipendenti a rischio povertà’, ’13 milioni di consulenze e Marino taglia il salario accessorio’.

Di tutta risposta, il capogruppo PD in Campidoglio Francesco D’Ausilio sostiene: “Importante l’esito della riunione di oggi promossa dal sindaco con i sindacati. Il negoziato sui punti critici del nuovo contratto decentrato continuerà nei prossimi giorni e si arriverà a una modifica condivisa della delibera. Il dialogo ci consentirà di realizzare una storica riforma della macchina comunale per migliorare la qualità dei servizi ai cittadini e al contempo garantire ai dipendenti capitolini le garanzie del salario”.

SETTORE SCOLASTICO EDUCATIVO AL COLLASSO. Ed è quando si parla di qualità, che viene da storcere il naso. Perché la qualità ha un costo. E questo costo non lo si può chiedere con ulteriori sacrifici a tutti quei dipendenti che ogni giorno lavorano per mantenere in piedi la macchina amministrativa. E che fanno della produttività la loro linfa quotidiana, a fronte di una totale mancanza di investimenti seri nel settore scolastico-educativo, un settore ormai al collasso – come  abbiamo già spiegato. Senza nuovo organico, la qualità non può essere raggiunta. E la nuova organizzazione dei servizi, deve tenere conto del fatto che servono strutture e personale per raggiungere livelli di qualità. Al contrario, alle maestre e alle educatrici viene chiesto più lavoro senza nessun aumento salariale, anzi. Un concetto di produttività sui generis, un boccone amaro da mandare giù. “Le insegnanti sono sempre presenti – fa sapere Catia Mineo del CSA – Un attacco al settore scolastico-educativo è inaccettabile, faremo sentire fortemente il nostro dissenso. Marino ci ripensi e ascolti i consigli, perché le insegnanti e le educatrici questa volta non accetteranno l’ennesima ghigliottina”.

Anche perché, tra corsi di aggiornamento, collegi e programmazioni le insegnanti sono quasi sempre a scuola. Mentre un’insegnante di scuola statale per 25 ore settimanali svolge 40 ore annuali per programmazione, collegi, colloqui e assemblee, un’insegnante della scuola dell’infanzia di Roma Capitale per 27 ore settimanali svolge un monte di 120 ore annuali che, col nuovo contratto, passerebbero a 180 a fronte di 30 ore settimanali.

Anche dal MoVimento 5 Stelle Roma si alza la polemica: “Il comparto scuola sta esplodendo. A seguito del ‘concorsone’ l’amministrazione comunale ha determinato un conflitto tra i precari (insegnati di 4° fascia delle scuole di infanzia) e i vincitori e gli idonei del concorso; il documento denominato ‘Sistema organizzativo e di incentivazione della produttività dell’Area educativa e Scolastica’ introduce nuove funzioni tra le insegnanti, gerarchie e competenze rigide, aumenta gli orari e i carichi di lavoro, a totale detrimento del personale precario che per anni ha portato avanti ‘la baracca’ ed oggi si vede letteralmente buttato via ed ancora, con la scusa di efficientare il servizio, viene abolito il meccanismo della conta avallando ufficialmente il fuori rapporto (ossia il rapporto 1/6 tra insegnati /bambini) che, già oggi, viene miracolosamente mantenuto stabile dalle educatrici della c.d. 3° fascia dei nidi presenti in sovrannumero. Insomma, efficientamenti di spesa a totale detrimento della qualità del servizio e della sicurezza” – dichiarano i 4 consiglieri capitolini Frongia, De Vito, Raggi e Stefàno.

Che aggiungono: “Ribadiamo come qui non si tratta di protocollare documenti e mettere timbri ma di curare, educare ed allevare i nostri figli, ma queste, per l’attuale amministrazione, non sono priorità da tenere in considerazione. Questa politica, che privilegia il dato economico al dato qualitativo, ci sembra criminale e ci opporremo con tutte le forze!” – concludono.

CONFERENZA STAMPA UNITARIA DEI SINDACATI. “Noi rigettiamo totalmente questo atto unilaterale – dichiara Sandro Bernardini della UIL Fpl – Noi siamo partiti dalla volontà espressa da sindaco e vicesindaco di non toccare il salario accessorio ma riteniamo che, invece, questo atto lo tocchi”. Giancarlo Cosentino, coordinatore Rsu ha aggiunto: “Lo schema di delibera che ci hanno consegnato entrerebbe in vigore il 1 dicembre 2014: fino a quella data viene mantenuto in essere il sistema di retribuzione vigente e questo dimostra come ci è stato impedito senza alcun motivo di con un atto unilaterale di continuare a trattare. Entrando nel merito, poi, ad esempio nello schema di delibera non c’è alcuna ipotesi organizzativa per aumentare di 1.500 unità i vigili in strada annunciati. Il nostro giudizio rimane negativo e giovedì illustreremo in conferenza unitaria le nostre mosse”.

Stessa voce arriva dal CSA. Franco Moscia sostiene la necessità di dover “arrivare a una condivisione di un contratto decentrato che non è quello che l’amministrazione ha fatto. Manteniamo lo stato di agitazione e continueremo questo dialogo politico con l’amministrazione”.

L’appuntamento, quindi, è fissato per domani, alle ore 12, quando in conferenza stampa sarà proclamato lo stato di agitazione. E intanto i sindacati si dicono pronti a percorrere ogni via per contestare questo atto, pur non escludendo che, qualora l’amministrazione Marino si dica pronta a recepire le critiche e a modificare l’atto unilaterale, si potrà riprendere il dialoro. Ma, fino a quel momento, i sindacati non accetteranno l’atto così come è stato scritto. E non escludono nemmeno un tentativo di conciliazione dinanzi al prefetto di Roma per salvaguardare le condizioni di lavoro di 24mila dipendenti capitolini.

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