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Ryanair, verità e spropositi sulla stampa nel caso Ryanair

E’ incredibile come nel giro di poche ore una compagnia possa passare dalle stelle alle stalle così come leggiamo sulla stampa italiana

E’ incredibile come nel giro di poche ore una compagnia possa passare dalle stelle alle stalle così come sta accadendo leggendo i titoli della stampa nostrana, seconda la quale –in estrema sintesi- sta finalmente venendo fuori la vera faccia di Ryanair. Le recentissime lodi per l’offerta fatta sul maxiinvestimento in Italia di milioni di dollari, le lodi per aver battuto anche la Lufthansa nel numero passeggeri trasportati, le lodi per macinare profitti quando le altre perdevano, i ringraziamenti dei nostri aeroporti per essersi sostituita ad Alitalia laddove questa tagliava i collegamenti.….tutti apprezzamenti sciolti come neve al primo sole e magari coloro che li avevano firmati sono gli stessi che oggi parlano di una “eccessiva crescita”.

Quanto c’è di corretto in questo attacco alla conduzione di Ryanair e cosa invece è da ridimensionare?

La gran bagarre è sorta dall’annuncio della cancellazione di un certo numero di voli, a questo problema poi se ne sono aggiunti altri riguardanti specificatamente il malcontento dei dipendenti, quest’ultimo con ogni evidenza portato avanti da chi fra il personale forse ha ritenuto che  fosse giunto il momento giusto per chiedere ciò che la compagnia aveva sempre rifiutato di concedere, aumenti salariali in primis. Ma procediamo con ordine.

L’aerolinea annuncia che sarà costretta a cancellare circa 2100 voli nell’arco temporale di sei settimane. La Ryanair, dati che ognuno può controllare sui bilanci, ha effettuato in 12 mesi, ovvero in 52 settimane, 675.482 voli. Ciò significa che in una settimana la compagnia svolge mediamente 12.990 voli, in sei settimane quindi effettua 77.940 voli. Cancellare duemila voli sui 78mila programmati significa non effettuare il 2,5%  dell’operativo programmato. Con queste cifre e con queste percentuali -pur prendendo atto che dietro ogni cancellazione si cela un concreto disagio per chi ha prenotato – quanto è opportuno parlare di caos, disastro e catastrofe per la compagnia coinvolta?

La stampa irlandese più opportunamente punta il dito verso l’inammissibile leggerezza con la quale Ryanair non ottemperava alle normative, applicate invece da tutte le altre compagnie europee, di rispettare nell’assegnazione e conteggio dei turni di lavoro e relativi riposi, il canonico arco temporale Gennaio-Dicembre, continuando ad assegnare i roster, ovvero effettuare i calcoli, nell’arco temporale Aprile-Marzo il quale non a caso coincide con quello con cui la compagnia chiude i suoi bilanci finanziari.  Quando nel corso di quest’anno la Irish Aviation Authority  ha imposto a Ryanair di adeguarsi alle normative UE e quindi di ricalcolare i turni fino al 31 dicembre e di non estenderli al 31 marzo 2018, è scoppiato il problema che tutti conosciamo.  E’ bene sottolineare che quando parliamo di turni da riassegnare non si fa riferimento a ferie non godute come qualcuno inizialmente aveva fatto capire, quanto piuttosto alle ben più delicate FTL (Flight Time Limitations) ovvero il rispetto delle 900 ore di volo annuali che la compagnia deve assolutamente non fare eccedere ad ogni suo pilota.

La fuga dei piloti. Contestualmente alla cancellazione voli si è parlato con insistenza di “fuga” dei piloti verso altre compagnie, un fenomeno questo non certo nuovo che è sempre avvenuto, ma circa il quale vi sono  documenti ufficiali che mostrano una situazione di tutto rispetto:

N. piloti                    Aumento sull’anno precedente

2011:     2344                     

2012:     2429                      85

2013:     2625                     196

2014:     2665                       40

2015:     2804                      139

2016:     3424                      620

2017:     4058                      634

Come si può vedere il numero è venuto costantemente aumentando, e se ora noi allarghiamo la veduta sugli ultimi tre anni vedremo che le miglia volate per ogni pilota sono addirittura diminuite (ricordiamo che uno “sfruttamento intensivo” dovrebbe vedere le miglia volate procapite in aumento):

N. Voli                   Media/miglia volo       ttl miglia volate                   Piloti           Miglia volate x pilota                     

2015:     545034                 776                     422.946.384                         2804                   150.837

2016:     609051                 762                     464.096.862                          3424                   135.542

2017:     675482                 770                     520.121.140                          4058                    128.171

Quanto è giusto con queste cifre parlare di fuga dei piloti? Indubbiamente anche nel 2017 ci sarà chi lascia la compagnia, come però è avvenuto anche negli anni precedenti, ma le cifre indicano che anno dopo anno il numero piloti è costantemente aumentato e tutti sappiamo che se la compagnia è arrivata a trasportare 120 milioni di passeggeri in un anno è perché ha  sempre offerto voli realiable e non ha mai incontrato problemi di cancellazione  perché era a corto di staff.

Basi & Salario. E’ su questo fronte che la compagnia, a nostro avviso, ha tirato troppo la corda. E la recente sentenza della Corte di Giustizia Europea (C-168/16 e C169/16) ha dato il colpo di grazia ad una tesi francamente insostenibile.  Finchè l’operativo dei voli svolti dalla compagnia irlandese era effettuato con il tradizionale sistema di turn-around , ovvero arrivo e partenza effettuati nel giro di pochi minuti, è chiaro che la Ryanair, così come accade per tutte le compagnie che svolgono servizi similari, poteva applicare al personale di volo impiegato la legislazione della sua bandiera ovvero irlandese. Ma nel momento in cui Ryanair ha voluto lanciare l’innovativo sistema della “base” tutto cambiava, solo che la compagnia ostinatamente ha continuato a sostenere il contrario.

Installare una base su un aeroporto significa impiantarvi un vero e proprio centro di armamento; si dispone che un congruo numero di velivoli venga lì basato e che piloti e personale di cabina inizino i loro servizi da quell’aeroporto ritornando su di esso a fine giornata.  Verosimilmente se si tratta, ad esempio, di Charleroi piloti e personale di cabina saranno di nazionalità belga e in ogni caso indipendentemente dalla loro nazionalità dovranno per forza di cose risiedere nei pressi di Charleroi. Con questi presupposti continuare a voler trattare il personale delle basi come irlandese è una evidente forzatura. Non a caso abbiamo usato l’esempio di Charleroi perché la sentenza succitata ha riguardato proprio il personale che si trova a lavorare su quell’aeroporto.

Caso ha voluto che la notizia della sentenza è stata contestuale all’annuncio della cancellazione dei voli, per cui è avvenuto che due problemi che presi singolarmente  avrebbero avuto effetti contenuti, sono stati accomunati in quella che qualcuno ha voluto definire una crisi da crescita eccessiva. Sinceramente tenuto conto che la Ryanair ha ad oggi 86 basi operative riteniamo che quest’ultimo problema dal punto di vista dei conti aziendali sia ben più grave di quello del riassesto della turnazioni  dei piloti.

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