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Roma, XIV Municipio: accordo su lotta alla casa

Dopo la contestazione di ieri, Barletta e i gruppi di manifestanti si sono parlati

Si è svolta ieri, fuori dalla sede del Consiglio del XIV Municipio, una contestazione da parte di un nutrito gruppo di associazioni sulla delibera avente ad oggetto lo ‘ius soli municipale’. Dopo un breve presidio in via Battistini, i manifestanti hanno domandato di poter intervenire alla discussione prevista sullo ‘ius soli municipale’. Opportunità che gli è stata negata. Il Presidente di centrosinistra Barletta, ha comunque deciso di avventurarsi all’esterno dell’edificio, ed incontrare i rappresentanti delle associazioni intervenute.

Inizia subito, sotto la supervisione di alcuni dei consiglieri di opposizione, uno scambio di opinioni che, partito dai temi della cittadinanza, si è concluso con un’epocale stretta di mano. Il presidente si è infatti dichiarato disponibile ad organizzare un’assemblea cittadina su emergenza abitativa e speculazione edilizia, in collaborazione con alcuni dei gruppi che, sino a pochi attimi prima, lo stavano contestando. Questo è il bello del vero confronto politico, e vogliamo raccontarvelo.

Tutto comincia dall’osservazione di un militante, G.C., il quale si rivolge a Barletta rammentandogli che “lo ius soli non è questione di competenza municipale, eppure il municipio se ne occupa in via prioritaria e non è giusto”.

“Che sulla questione delle competenze e dei diritti civili (ius soli tra tutti) il Consiglio si sarebbe spaccato, lo dicevamo scherzando con l’opposizione, e così è stato – osserva Barletta ed ammette l’evidenza – Non mi nascondo dietro un dito, siamo enti locali di prossimità e perciò non possiamo disciplinare questioni di rilievo nazionale. Però stiamo cercando di dare un segno su quello che vorremmo fosse la legislazione nazionale”.

Quella del Presidente è una ‘questione di principio’ ma anche una richiesta d’attenzione, “siamo un’entità che vale pochissimo, vorrei che i municipi avessero maggior forza, vorrei dire la mia insieme alla legislazione nazionale – afferma Barletta – E’ quindi un modo per sottolineare l’impotenza della piccola amministrazione sui grandi temi”.

G.C. a questo punto lo incalza, lo invita ad essere il “Presidente di tutti” ed a “pensare anche a Primavalle, Quartaccio, Palmarola, ai quartieri dove c’è degrado e le case che cascano a pezzi. Invece di pretendere un potere maggiore perché non pretende le case vuote di Boccea da assegnare alle persone in emergenza abitativa?”.

G.C. chiede anche contezza degli “ottocento milioni di euro stanziati dalla Regione ai Municipi, proprio per scopi abitativi. Le istituzioni non possono lasciare spazi abbandonati, mentre ci sono fondi stanziati e centinaia di famiglie per strada”.

Il disagio abitativo solo su Roma interessa circa 50.000 persone, a fronte di 120.000 abitazioni che risultano sfitte od inutilizzate.

“Faremo ricognizioni, assegneremo gli spazi, e stiamo studiando come impiegare i fondi stanziati – assicura Barletta e precisa che – la storia edificatoria di questo municipio parte dagli anni ‘50, perciò non abbiamo tanti immobili sui quali intervenire, ma ci daremo da fare”.

Allora G.C. si propone di aiutarlo, mettendo a disposizione della Giunta tutti i dati raccolti dalla sua e le altre Associazioni che lottano per la casa, oramai da quasi dieci anni.

L’accordo, siglato da Barletta con una sincera stretta di mano, è un’assemblea pubblica sul tema, che però – mette in guardia il presidente – “non sia come quelle che si sono avvicendate negli ultimi cinque anni di opposizione, alle quali ho preso parte, e dove si è parlato molto di emergenza abitativa, speculazione e degrado, ma non si è fatto mai nulla di concreto”. Nel nostro piccolo, dice Barletta, “questo Municipio ha acquistato all’Inps buoni per 49mila euro, per dare alle persone l’opportunità di lavorare per tre mesi col municipio, con uno stipendio di quattrocento euro, come fosse un servizio civile”.

Preso l’impegno tra istituzione ed associazionismo, affinché la soluzione abitativa non diventi il business di pochi prepotenti a discapito di nuclei familiari e persone in condizione di vera indigenza, è pure vero che un’eventuale collaborazione andrebbe sicuramente ad impattare, sin da subito, sui criteri di valutazione delle assegnazioni, dove per G.C. non ci sono dubbi: “prima vengono gli italiani”.

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