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Roma, Tra occupanti via Costi: Se ci pagano viaggio torniamo in Romania

“La gente è venuta per anni a scaricare qui i propri rifiuti pagando pochi euro a chi ci abitava per avere l’autorizzazione”

Cristina, una dei circa 150 occupanti dell'edificio di via Raffaele Costi, quello su cui pende un ordine di sgombero per i prossimi giorni, ha l'aria di chi accetta la sconfitta vedendola arrivare.
È tardo pomeriggio e lei siede davanti alla palazzina decadente a ridosso delle rampe di accesso alla A24, periferia est di Roma, non molto distante dalla nota Tor Sapienza. Insieme a lei ci sono il padre, la madre e il compagno.

"Viviamo in un posto che è peggio di una prigione", dice l'anziano indicando una stanza alle sue spalle, dove sembra esserci solamente un materasso e accanto un mobiletto con un fornello da campo. La famiglia, di origine romena, spiega che aspetterà fino all'ultimo e poi se ne andrà senza fare troppe storie. Accanto a loro c'è un ragazzo rannicchiato su un gradino, dice di chiamarsi John e di essere nigeriano.
"Noi africani ce ne ritorneremo a Termini o in mezzo alla strada – spiega – nessuno di noi lavora e non abbiamo soldi per pagare un alloggio". Dal terrazzino al primo piano due ragazzi di colore lo ascoltano con aria cupa e annuiscono. Nel cortile laterale un ragazzino biondo sui tredici anni cammina nel fango scrutando tra la montagna di rifiuti che circonda lo stabile, come in cerca di qualcosa.

"La gente è venuta per anni a scaricare qui i propri rifiuti– racconta un giovane dell'Est Europa- pagando pochi euro a chi ci abitava per avere l'autorizzazione".
L'occupazione è in condizioni di estremo degrado, ma c'è corrente elettrica, assicurano, e l'unica acqua a disposizione è quella della fontanella installata di fronte al terreno dai proprietari dell'azienda adiacente. Le latrine, a giudicare dal forte odore nell'aria, non sono distanti.

Un ragazzo spunta da una scala del palazzetto con un giornale in mano. "Vede?- dice mostrando il quotidiano- dicono che il sindaco ci darà un'alternativa. Non ci manderanno per strada". L'articolo descrive la linea 'soft' preferita dal sindaco Raggi sul tema degli sgomberi. "Tutte bugie", grida un altro signore da qualche metro più in là. Ne nasce una discussione animata, qualcuno propone di marciare fino al Vaticano e chiedere al Papa in persona un posto dove abitare.

La madre di Cristina, imperturbabile fino a quel momento, rompe il silenzio e pronuncia qualche frase in un idioma straniero. "Se Salvini le paga il viaggio– traduce la figlia- se ne torna volentieri in Romania". (Dire)

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