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Roma, Piazza del Popolo gremita: Salvini è più che mai “il Capitano”

Il leader della Lega chiede “un mandato per trattare con la UE” e assicura che non farà cadere il Governo

Erano 80mila, ieri a Roma? Centomila? “Soltanto” intorno alle 60mila, come afferma il Fatto Quotidiano ricordando che, metri quadri alla mano, la capienza massima di Piazza del Popolo è “stimabile tra le 56mila e le 62mila persone”?

Sulle cifre si può discutere (un superclassico dei grandi raduni politici) ma la sostanza cambia poco: la gente è accorsa in massa e lo spazio a disposizione era pieno. D’altronde, non è che le manifestazioni di questo tipo equivalgano a una conta su base nazionale. Per quello ci sono le elezioni. O eventualmente le primarie.

L’obiettivo, in questo caso, era aggiungere un ulteriore mattone alla costruzione che Matteo Salvini sta edificando da alcuni anni. Quella di una Lega che non sia più un’entità territoriale – fortissima al Nord, e in particolare in alcune aree a cominciare dal Veneto, ma trascurabile e persino invisa altrove – e che invece diventi il collettore più importante delle istanze di riscossa nazionale. Tanto è vero che anche ieri a Roma, dopo il notissimo “Prima gli italiani”, si è picchiato sul medesimo tasto con uno squillante “Italia rialza la testa”.

Salvini: “Un mandato per trattare con la UE”

Rialzare la testa, in questa fase, significa innanzitutto liberarsi della ragnatela in cui ci troviamo imprigionati a causa dei governi precedenti. Che sia pure per motivi diversi hanno controfirmato i vincoli europei che ci condizionano così tanto, sia in materia di finanza pubblica, sia per quanto riguarda le politiche per contenere il più possibile l’immigrazione illegale. E infatti, a Piazza del Popolo,Salvini lo ha sollecitato esplicitamente: “Datemi un mandato per trattare con la UE”.

Ciò che va subito aggiunto, riguardo a questa ipotetica investitura di massa, ossia così vasta da attestare un consenso generale (anche se generale, ovviamente, non è sinonimo di unanime), è che tutti quelli che dovessero appoggiare una vera battaglia contro le autorità europee non potrà essere a costo zero. E non porterà a vantaggi immediati.

Trattandosi di un riposizionamento ad ampio raggio, sarà inevitabile avere dei contraccolpi. E su questo innanzitutto Salvini, ma per la sua parte anche il MoVimento 5 Stelle, ha il dovere di parlare chiaro: non solo perché è doveroso sul piano politico e su quello etico, ma per evitare che poi ci siano repentini cambi di umore da parte dei cittadini. Se lo si ingaggia davvero, lo scontro con Juncker & C. sarà lungo e oneroso.

E i benefici arriveranno solo col tempo, proprio come accade quando si abbatte una costruzione sbagliata – un ‘euromostro’, diciamo così – e si mette mano a tirarne su una tutta nuova.  

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