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Roma non è un Bancomat, “Lotta in Comune”, la rete delle vertenze

Perdita di posti di lavoro, taglio dei diritti, riduzione dei salari, svendita del patrimonio pubblico, sgomberi degli occupanti di case e spazi sociali

"Lotta in Comune", la nuova rete unificante le varie vertenze nella Capitale in occasione della prima uscita in piazza il 19 Marzo prossimo ha compilato un documento che riportiamo in esclusiva: Roma non è un bancomat! Il fallimento di Roma Capitale trascina con sé le vite delle migliaia di persone rimaste intrappolate sotto il crollo di una amministrazione pubblica centrata sulle politiche di austerità e avvelenata da corruzione e clientele. L'onda sismica del terremoto che ha investito la città si è abbattuta sulle proprie vittime, sempre le stesse, manifestandosi nelle forme più dure: perdita secca di posti di lavoro, taglio dei diritti, riduzione dei salari, svendita del patrimonio pubblico, sgomberi degli occupanti di case e spazi sociali, aumenti dei costi e tagli dei servizi pubblici.

L'intera comunità lavorativa alle dipendenze del Comune di Roma, dai dipendenti capitolini a quelli delle partecipate come Atac ed Ama, dai lavoratori dei canili a quelli delle cooperative affidatarie dei servizi sociali viene aggredita su due fronti: da un lato, si scredita l'immagine dei dipendenti, mortificando la loro professionalità e riducendo i loro diritti e retribuzioni, dall'altro, si prosegue nell'inesorabile opera di esternalizzazione dei servizi e del lavoro. Del grande complesso di saperi, risorse e persone di cui si compone Roma Capitale e le sue aziende partecipate, vogliono lasciare solo l'involucro, il "marchio" da vendere nel grande mercato privato dei servizi, come il Documento Unico di Programmazione vuole imporre.

Le storie di chi ha perso il lavoro si intrecciano con quelle di chi ha perso servizi pubblici e diritti, opportunità e salario, e insieme formano il racconto del "mondo di sotto", non quello di una criminalità al servizio della politica, come secondo la nuova configurazione sociale emersa da "mafia capitale", ma un mondo di sotto che alimenta emarginazione e povertà attraverso le politiche di rientro dal debito imposte dal governo centrale. Noi lavoratrici e lavoratori di Roma Capitale vogliamo uscire da questo "mondo di sotto", nel quale le cosche, la finanza e i politicanti vogliono relegarci per i loro equilibri ed i loro traffici, lasciando noi e tutta la città senza voce e senza rappresentanza. Per questo proponiamo un'alleanza che metta insieme le persone che lavorano per la città con quelle che Roma Capitale ha privato del lavoro, dei diritti, della casa, degli spazi di socializzazione o di un reddito dignitoso.

Un'alleanza popolare e di classe che rompa il ricatto del debito e le ricette del Commissario Tronca, che in continuità con le precedenti giunte di centro destra e centro sinistra, vuole ridurre cittadini e cittadine al ruolo passivo di sudditi, e chi lavora al ruolo dis ervo dei potentati locali e dei managers dell'Amministrazione: è ora di dire basta e di cominciare a organizzare il cambiamento, unendo conoscenze, idee, progetti, risorse, finalmente ridisegnare il modello di città. L'appuntamento è per il 19 marzo per una grande manifestazione cittadina capace di prendere parola e costruire uno spazio che rompa con le politiche di austerità ed il ricatto del debito.

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