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Roma-Londra: confronto sulla possibilità di integrarsi per un immigrato

In Inghilterra tutto è possibile: Sainsburys ti restituisce persino i soldi dei rotoli della carta igienica che non sono regolari

Capita che oggi è domenica e sono in emergenza, con la barba lunga assomiglio a un trascurato senzatetto senza nemmeno un cane affamato e bisunto: ma il mio barbiere è chiuso e così ne cerco uno aperto. Niente paura, in Inghilterra tutto è possibile: Sainsburys ti restituisce persino i soldi dei rotoli della carta igienica che non sono regolari, piove a dirotto ad Agosto, gli sportelli di Barclays sono aperti di sabato, la normativa per la disciplina dei saldi di fine stagione contenuta nel. D. lgs. n. 4/98 e nel Codice del Consumo non esiste ossia i saldi ci sono tutto l'anno, una buona parte di superstore lavorano 24 ore al giorno (solo la domenica chiudono alle 16) e i saloni dei barbieri curdi lavorano sempre. Tu chiamala se vuoi deregulation. Entro in uno di questi, non senza sospetto e trepidazione: un ragazzo con la barba, seduto di spalle legge la pagina del gossip: "Lady D non ha mai amato Carlo". Certo, l'avete visto bene Carlo in faccia?
 
Il tizio mi sorride cordialmente invitandomi ad accomodarmi sulla plastica fosforescente. L'interno del suo salone promette scintille: ci sono asciugamani in tessuto di raso in pelle di leopardo sbattuti sul divanetto, due manichini senza testa, poster scioccanti di aspiranti di mohicani sulle pareti e un'essenza di lavanda che stordirebbe un toro.  Mi faccio coraggio. Un'ora dopo tuttavia, esco plurisoddisfatto: taglio da far invidia a George Clooney e spettacolare mancia del 40% sul prezzo richiestomi: totale £10: quello che avrei speso dal mio solito barbiere. E in più ho capito davvero che significa migrante, scappare quando hai fame, quando vuoi lavorare ma non puoi nemmeno vivere decentemente perché sei un curdo perseguitato dai Turchi.
 
Tuấn è curdo, viene dalla Turchia dove la tortura verso gli oppositori politici di Erdogan e gli esponenti della comunità curda è sempre più diffusa. Senza davvero una terra propria, sesto di cinque fratelli, tutti qui sparsi in Inghilterra a lavorare come fabbri, barbieri, cuochi. Suo padre ha lavorato una vita per far scappar via tutti i figli a cercare un futuro in Inghilterra. Perché l'Inghilterra gli chiedo. Perché in Inghilterra si lavora sempre e tra qualche anno voglio richiedere il passaporto Britannico. A sbirciare le cose di traverso, a sorvolare i titoli dei giornali come una farfalla allegraci si può fare un'opinione, per andare alla sostanza di un problema devi ascoltare e osservare le diverse prospettive. L'Europa, la globalizzazione, i muri.
 
Gli Inglesi hanno scelto Brexit, un modo rischioso per non far più parte integrante dell'Europa. In realtà ci sono sempre stati con un solo piede. Da una parte non faccio che pensare alla follia sconsiderata del gesto di separarsi dalla certezza di un mercato unico, le complicazioni burocrariche forse a cui anche io come altri 3 milioni di cittadini Europei andrò incontro. Dall'altra, riflettendo sulle bagarre del mancato aiuto ai migranti e del modo abietto ed egosta in cui l'Europa ha mollato il problema nelle mani dell'Italia, dei 900.000 polacchi che hanno invaso la Gran Bretagna ma se ne infischiano delle quote per anche un solo richiedente asilo, della Germania che ha spolpato la Grecia come un osso di un cane, della Francia che fa i propri interessi proteggendosi e nazionalizzando i cantieri di Saint Nazaire alla faccia dei facoltosi e gloriosi proclami sull'Europa unita di Macron: nazionalista statalista.
 
L'Europa che pagherebbe Erdogan con un assegno in bianco per tenersi buoni i migranti oltre il confine. Unicredit che fa affari con il governo Turco che bombarda civili Curdi che si ribellano al regime. Allora mi chiedo: cos'e davvero l'Europa, il meno peggio forse, e cos'è davvero la liberta'? Gli Inglesi sono davvero così esterofobi come sembrao solo tanto illusi di poter restare in piedi da soli, ma non meno utopisti degli Europei che sognano 27 Paesi mano nella mano. La verità sta nel mezzo, come sempre la politica è compromesso.
 
Tuấn in Italia sarebbe riuscito ad aprire un salone da barbiere? A leggersi il blocco Pdf di 31 pagine delle Agenzie delle Entrate per la metodologia fiscale Tuấn avrebbe forse preferito le celle di un carcere turco. Non scherziamo, l'Italia lo avrebbe salvato dal mare, accolto, ripulito, sfamato e infine appoggiato in un centro di prima accoglienza in provincia di Cremona da cui dopo tre mesi Tuấn sarebbe scappato per noia e depressione. In attesa di un chimerico permesso di asilo Tuấn si sarebbe magari incollato fuori un Superstore Esselunga a rimettere a posto i carrelli delle vecchie cremonesi coi capelli alluminizzati. Ma tutto sommato almeno la notte avrebbe dormito, per fortuna i Superstore notturni in Italia sono ancora pochi!

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