Roma in allerta West Nile: misure estese anche alla ASL Roma 3 dopo il primo caso nella Capitale
Il virus West Nile si trasmette esclusivamente tramite puntura di zanzare Culex pipiens e non si diffonde da persona a persona

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È del 7 agosto 2025 la decisione ufficiale della Regione Lazio di estendere le misure di contenimento del virus West Nile all’ASL Roma 3, già attive per le aree di Latina, Frosinone e Roma 6. La conferma arriva dalla cabina di regia che ha coinvolto la Direzione Salute regionale, lo Spallanzani, l’Istituto Zooprofilattico Lazio e Toscana e la stessa ASL Roma 3.
Un nuovo fronte si apre: il virus West Nile raggiunge Roma
Il provvedimento è stato deciso a seguito della positività al virus riscontrata in una donna di 77 anni, probabilmente esposta nella zona dell’Infernetto, che attualmente è ricoverata in reparto ordinario allo Spallanzani.
Dati aggiornati: 106 casi confermati nel Lazio nel 2025
Secondo l’ultimo report al 4 agosto 2025, sono stati registrati 12 nuovi casi nel Lazio, di cui 8 con febbre e 4 con manifestazioni neurologiche.
In totale, nel 2025, si contano 106 casi confermati:
- 98 monitorati dalla ASL di Latina
- 5 dalla ASL Roma 6
- 1 dalla ASL di Frosinone e 1 dalla ASL Roma 3
- 1 caso fuori regione, in provincia di Caserta.
Lo stato clinico dei pazienti è così suddiviso:
- 20 ricoverati in reparti ordinari
- 20 dimessi
- 58 a domicilio in buone condizioni
- 1 ricoverato in terapia intensiva
- 7 decessi complessivi.
Le misure raccomandate: da medici a cittadini, ognuno ha un ruolo
Le raccomandazioni chiave della Regione Lazio alle ASL interessate comprendono un metodo capillare e multidisciplinare:
- Sensibilizzazione di medici di famiglia, pediatri, pronto soccorso, veterinari, con supporto clinico e di laboratorio per la gestione dei pazienti.
- Disinfestazioni mirate per debellare i focolai larvali della zanzara Culex pipiens entro un raggio di 200 metri dai punti di sospetta circolazione virale.
- Informazione ai cittadini sull’importanza della prevenzione dalle punture e del sostegno nella rimozione dei focolai larvali.
- Diagnosi attenta: includere il virus West Nile nei febbrili senza causa nota e fare valutazioni neurologiche tempestive per sintomi sospetti (encefaliti, meningiti, sindromi tipo Guillain‑Barré, paralisi flaccide acute).
- Sorveglianza veterinaria: visite cliniche su equidi e sorveglianza sierologica negli allevamenti vicini ai focolai.
- Interventi sugli spazi urbani: censimento e georeferenziazione di canali di irrigazione e canalette, con trattamenti larvicidi periodici, anche in presenza di piccole raccolte d’acqua.
- Protezione dei centri abitati: trattamenti larvicidi entro il centro e fino a due chilometri dalle abitazioni più periferiche.
Perché serve attenzione, ora più che mai
Il virus West Nile si trasmette esclusivamente tramite puntura di zanzare Culex pipiens e non si diffonde da persona a persona. L’uomo, di fatto, non contagia né può infettare altri esseri viventi.
La prevenzione rimane, dunque, l’arma più efficace: proteggersi individualmente e contribuire alla pulizia e al controllo degli spazi pubblici e privati può davvero fare la differenza.