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Roma, Ama, Sciopero evitato ma resta nodo da sciogliere del Bilancio

Senza approvazione del bilancio di Ama già dal prossimo mese diventerebbe molto più complicato garantire gli stipendi

Superato un 'mostro' ecco che ne compare un altro più grande all'orizzonte. Ma non è un videogame ciò che l'Ama e il Campidoglio stanno vivendo in questi giorni. La municipalizzata dei rifiuti e il Comune di Roma non fanno in tempo a tirare un sospiro di sollievo per essere riusciti a scongiurare lo sciopero degli operatori del servizio rifiuti, proclamato dai sindacati per venerdì prossimo, che rischiano di trovarsi a fare i conti con un'altra vertenza.

In questo caso di portata ancora più grande e, paradossalmente, con Ama e Campidoglio su due fronti contrapposti.

Il bilancio 2017 di Ama è ancora oggetto del contendere tra azienda (il cui Cda ne ha approvato il progetto nello scorso aprile) e Campidoglio (che contesta crediti vantati dalla municipalizzata per un totale di circa 60 milioni tra servizi cimiteriali svolti ed extracosti sostenuti per altri servizi resi ma non computati come debiti nel bilancio di Roma Capitale) e la prima conseguenza del braccio di ferro ingaggiato dall'assessore al Bilancio, Gianni Lemmetti (ancora in ferie), e il presidente-ad di Ama, Lorenzo Bagnacani, è che nessuno finora ha offerto delle garanzie chiare sul pagamento degli stipendi di settembre.

E a conferma del fatto che probabilmente tutte queste garanzie non ci sono c'è la circostanza, che si è verificata in occasione del tavolo che ha scongiurato lo sciopero, per cui i sindacati, secondo quanto apprende l'agenzia Dire, avrebbero chiesto all'Ama e al Comune di sottoscrivere un secondo verbale di incontro per tranquillizzare i lavoratori sul pagamento di questa mensilità ma si sarebbero sentiti rispondere negativamente.

Da qui il compromesso della formula riportata dalle parti sociali nella loro nota "preso atto degli sforzi di Ama per erogare, nonostante le difficoltà, il regolare pagamento dello stipendio di settembre", che con ogni probabilità sarà liquidato ai lavoratori senza però sgombrare il campo dai dubbi sul futuro dell'azienda che rischia di chiudere il bilancio in rosso o comunque di non vedere approvato il documento licenziato dal cda, che allo stesso modo rappresenterebbe un segnale di frattura col socio Campidoglio.

Sempre nel tavolo che si è svolto all'assessorato all'Ambiente, il Comune avrebbe cercato di smorzare i toni parlando di problemi di natura tecnica e non politica e che su Ama c'è un progetto che va oltre il 2021, ma queste parole non avrebbero affatto rassicurato i sindacati che sono pronti ad aprire una nuova vertenza con Comune e Ama già da fine mese se il bilancio non sarà approvato.

La municipalizzata ha convocato l'assemblea per il 21 e 27 settembre e per il 18 ottobre. Il Campidoglio ha tre possibilità: approvare il bilancio come licenziato dal cda, non approvarlo o chiederne la rettifica.

Negli ultimi due casi dovrà portare una documentazione a sostegno, pena ricorsi alla Corte dei Conti per danno erariale.
Ama, dal canto suo, non intende muoversi dalle sue posizioni e Roma Capitale entro il 30 settembre dovrà approvare il bilancio consolidato. Senza approvazione del bilancio di Ama già dal prossimo mese diventerebbe molto più complicato garantire gli stipendi e rassicurare le banche, le uniche in grado di decretare senza troppi fronzoli il possibile 'game over' di questa partita. (Dire)

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