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Reddito di cittadinanza, chi lo riceve obbligato a lavori di pubblica utilità

I Comuni possono richiedere servizi di piccola manutenzione, pulizie, giardinaggio, a coloro che ricevono il Reddito

Mentre impazzano le polemiche contro il Reddito di cittadinanza, fomentate anche dai casi di reati commessi da chi riceveva questo sussidio, Luigi Di Maio, sul suo profilo Instagram lancia quella che definisce la “Seconda fase” del provvedimento, infatti è entrato in vigore “Il decreto che permette ai comuni di impiegare chi riceve il Reddito di cittadinanza per i cosiddetti lavori di pubblica utilità. Cosa significa? Che dovranno rendersi disponibili per otto ore alla settimana e dare una mano al comune dove risiedono”. In che modo concretamente, lo spiega di seguito: “fare piccola manutenzione, pulire giardini, togliere graffiti dagli edifici pubblici, aiutare gli anziani nelle mansioni quotidiane”.

Le attività per dare un aiuto in una comunità sono sempre innumerevoli e in questo caso, specifica il leader del M5Stelle, sono anche “obbligatorie per chi riceve il Reddito, pena il rischio di perderlo”. Dunque con questa “Seconda fase” l’aiuto alle famiglie in difficoltà non si traduce più solo in un investimento su quel nucleo familiare stesso, ma si realizza in un impegno concreto ed efficace all’interno della collettività.

L’intendo di Di Maio, prosegue sempre nel post del social, è anche quello di dimostrare che gli italiani non sono un popolo di nullafacenti, di persone disoneste che approfittano di un appoggio statale senza ricambiare con una restituzione alla società.

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