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Proteste San Camillo, parola al Nursind

Le testimonianze dei sindacalisti Barone e Lelli

Le proteste che agitano gli Uffici della Direzione Generale dell’azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini risale ormai a 2 giorni fa, quando il sindacato degli Infermieri, O.S. Nursind, ne ha dichiarato lo stato di occupazione.

La protesta è iniziata martedì scorso, a seguito dell'ennesimo caos che si è creato all'interno della struttura, e RSU ha deciso di occupare l'area della direzione generale". Così il delegato RSU Nursin, Stefano Barone, che continua: "E' una situazione che sta esplodendo e che vede circa 123 persone accolte in pronto soccorso, delle quali più della metà sono in attesa di ricovero".

Lo stato delle cose, secondo Barone, va avanti ormai da troppo tempo. “Abbiamo già manifestato il mese scorso con un sit-in assieme all'associazione sindacale dei medici per denunciare la situazione del pronto soccorso. La Regione Lazio ha risposto solo con l'assunzione di 54 medici di cui 4 per il San Camillo, ma non si è pronunciata per il comparto specifico”.

E' un disagio, quello del San Camillo, che investe cittadini e operatori, che “molto spesso sono costretti a sostenere turni di 14-17 ore consecutive, e il rischio errore è dietro l'angolo”. Non solo. Si sono verificati anche episodi di violenza: "Sono stati dati 25 giorni di prognosi a un collega aggredito nei giorni scorsi, mentre a capodanno un paziente si è scagliato contro un infermiere: siamo stanchi di questa situazione, siamo prima di tutto cittadini, poi lavoratori e sindacalisti". In tutto questo la Regione Lazio sembra minimizzare la questione: "Ci dispiace di quest'atteggiamento da parte della Regione – continua Barone – il problema del pronto soccorso è ormai sotto occhi di tutti. Il San Camillo è considerato il capostipite degli ospedali romani e, di riflesso, i problemi che si verificano qui alla fine riguardano tutte le altre strutture romane e laziali".

Un altro problema molto grave, è quello del blocco delle ambulanze. Stando ai dati diffusi dal San Camillo, nella disponibilità di Massimo Baroni (M5S), di cui si è parlato anche oggi durante l'incontro col direttore generale Morrone, sono 560 in tutto le ambulanze bloccate.

Il blocco dell’ambulanza si verifica ogniqualvolta i medici del pronto soccorso si trovano nell’impossibilità di sbarellare il paziente, liberando l’equipaggio del 118, che quindi resta bloccato all’interno della struttura ospedaliera. Il che equivale a togliere risorse dal territorio.

Gli fa eco il collega del Nursind, Daniele Lelli: “Noi siamo qui perché abbiamo il dovere di denunciare l’insostenibilità di questa situazione. E di tutta risposta, la Regione anziché cercare di analizzare la situazione, si mette a discutere della veridicità o meno delle foto che ritraggono i materassi a terra”.

Per tutti questi motivi, ascoltate le risposte del Direttore Generale Aldo Morrone, in accordo con la RSU aziendale, l’O.S. Nursind ha intenzione di proseguire ad oltranza l’occupazione degli Uffici della Direzione Generale con la speranza – si legge nel comunicato – “di ricevere risposte positive non solo riguardo l’assunzione di 5 unità infermieristiche con contratto atipico (già promesse dalla Direzione)”, tuttavia considerate insufficienti a dare risposte concrete alla situazione di disagio che il Pronto Soccorso del nosocomio sta vivendo, ma sollecitando anche “un intervento risoluto da parte della Regione Lazio nella figura del Commissario ad Acta On. Nicola Zingaretti, riguardo lo sblocco del Turn Over che – secondo l’O.S. Nursind – sarebbe la vera e unica soluzione a difesa degli operatori sanitari e a tutela della cittadinanza che utilizza questi servizi”.

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