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Pregliasco: “Riaperture? Procedere con prudenza. Non farei come l’Inghilterra”

“Se apriamo completamente il rubinetto è chiaro che abbiamo un rimbalzo di casi molto più rapido. Meglio seguire la prassi più prudente”

Il virologo Fabrizio Pregliasco

Il virologo Fabrizio Pregliasco

Fabrizio Pregliasco, Direttore Sanitario dell’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano e docente alla Statale, è intervenuto all’Adnkronos, esprimendosi sul tema delle riaperture. Secondo il virologo si dovrebbe seguire la linea della prudenza, procedendo con buonsenso, per evitare una drastica crescita dei casi.

Pregliasco: “Occhio ai contagi, non farei come l’Inghilterra”

“Ormai queste aperture sono attese, desiderate, volute, improcrastinabili. Io credo che vadano attuate con un occhio a questa situazione di crescita di contagi. Essa non è solo italiana, come vediamo dall’ultimo rapporto Oms, che evidenzia come incrementi di casi Covid si siano registrati in diverse regioni, dall’Europa al Pacifico occidentale e all’Africa.

Non dico che sia necessario rallentare, ma non farei come l’Inghilterra, che ha aperto il rubinetto dell’acqua calda tutto d’un botto. È stata una scelta politica, una scelta che ci sta. Per noi però è meglio farlo attraverso una roadmap, che dica questi sono gli step da confermare sulla base dell’andamento epidemiologico”.

“Dovremo convivere con il virus”

Germania, Francia e Paesi Bassi hanno numeri molto alti. anche se per ora non c’è un aumento dei decessi. Va infatti considerato in una riflessione su un eventuale scelta di procrastinare alcune riaperture, in funzione di quello che è il potenziale rischio di incremento dei morti. Cosa che si vedrà con chiarezza fra una decina di giorni, visto il ritardo con cui si muove il dato dei decessi rispetto ai contagi. Aprire tutto insieme è una possibilità, perché quello che ormai si è capito è che avremo probabilmente un andamento endemico di questo virus, quindi dovremo conviverci”.

“Bisogna procedere con buonsenso e prudenza”

“A mio avviso, però, dovremmo procedere con buonsenso, aprendo fino a che la temperatura è giusta, altrimenti ci si scotta. Con questa metafora dell’acqua calda mi riferisco al numero dei contatti. All’apertura nel numero di contatti, perché dobbiamo sapere che ogni contatto interumano ha una sua probabilità di determinare un’infezione.

Quello che è stato fatto come tentativo in Italia ed Europa è stato mitigare e quindi ridurre la quantità delle interazioni sociali, per ridurre le probabilità d’infezione. Sono state decisioni politiche difficili. Ma bisogna regolare la quantità di contatti. Se apriamo completamente il rubinetto è chiaro che abbiamo un rimbalzo di casi molto più rapido. Credo quindi che non valga la pena attuarlo, mentre vale la pena seguire quella prassi più prudente“.