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Parco Lago di Bracciano, Badaloni: Concessione anni 90 non rispettata

“Siamo passati dal Comune di Roma degli anni ’90 a un Comune molto più popoloso e vengono serviti altri 74 Comuni che non erano previsti nella concessione originaria”

La concessione data all'Acea di prelevare acqua dal lago di Bracciano per usi potabili "fu fatta negli anni '90 ed era stata concepita per servire soltanto il Comune di Roma come riserva idrica strategica e in alcune circostanze emergenziali. Adesso invece siamo passati dal Comune di Roma degli anni '90 a un Comune molto più popoloso e vengono serviti altri 74 Comuni che non erano previsti nella concessione originaria".

Lo dice Daniele Badaloni direttore del Parco Naturale Regionale di Bracciano Martignano nel Lazio, a Sky Tg24. Quanto ai problemi strutturali della rete idrica romana, l'esponente dell'Ente parco dice: "Nella rete di distribuzione di Ato 2 si ha una percentuale di perdite di acqua, secondo i dati Acea, di quasi il 45 per cento rispetto a una media nazionale che è poco superiore al 38 per cento. Voglio dare un dato: la differenza tra il dato di dispersione che si ha in questa zona rispetto a quella nazionale equivale esattamente al livello di captazione di acqua che viene tolta da Bracciano.

Quindi, se si fosse intervenuti in linea con quello che è il livello nazionale non ci sarebbe stata questa emergenza". Nella concessione, continua Badaloni, "esiste una condizione di rispetto anche dell'ecosistema, che penso sia alla base della decisione presa dalla Giunta Zingaretti, e che dice che se si fosse superato un livello di soglia di 161,90" sopra il livello del mare "si sarebbe dovuto interrompere in maniera automatica. Adesso siamo a 161,39 e questo blocco automatico non c'è stato.

Quindi era una scelta della Regione obbligata". Con la decisione della Giunta regionale di far sospendere il prelievo di acqua da Bracciano, conclude, "per la prima volta in Italia si è arrivati prima del disastro ambientale, che altrimenti sarebbe veramente concreto".

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