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Oh mio dio! La “sovversiva” CasaPound manifesterà con Salvini e il centrodestra…

Cipigli a sinistra, smorfiette in quel che resta di Forza Italia. Mara Carfagna chiede di “ripensarci”, ma Berlusconi tira dritto: la sua priorità è frenare il giustizialismo anti evasori

Andiamo dritti al punto, va’.

CasaPound è un’organizzazione legale o illegale? È una pericolosa accolita di estremisti da demonizzare sempre e comunque, o al contrario è un gruppo fondamentalmente pacifico che ha tutto il diritto di scendere in piazza, sia in proprio sia aderendo alle mobilitazioni altrui?

Appena si è saputo che domani ci saranno anche loro, alla manifestazione “Orgoglio italiano” promossa dalla Lega a Roma e in programma a partire dalle 15 in piazza San Giovanni, sono partiti i consueti anatemi. Eh, no: i neofascisti no. Sul sito di Repubblica, per esempio, esordiscono con una sorta di disappunto per conto terzi: “Doveva essere la celebrazione di un centrodestra ricompattato, dopo le tante divisioni delle ultime settimane”. Sottinteso: se c’è pure CasaPound il “ricompattamento” è a rischio. O magari già compromesso.

Gentilissimi, a preoccuparsi tanto che il centrodestra ritrovi l’unità… Ma il primo e più diretto interessato, ossia Salvini, chiarisce subito che a lui va bene così: «Noi abbiamo aperto la piazza a tutti gli italiani di buona volontà, poi ovviamente la organizza la Lega e sul palco interviene chi decide la Lega. Questo giochino della piazza dei fascisti ormai fa ridere e non ci crede più nessuno».

Mara Carfagna, invece, si imbroncia e attacca la sua versione della preoccupazione antifascista: «Ritrovarsi in piazza fianco a fianco con esponenti di estrema destra non potrebbe che creare difficoltà in chi, come me, ha vissuto e condiviso la storia e i valori rappresentati negli ultimi 25 anni da Forza Italia. Per questo condivido le perplessità già esposte da autorevoli colleghi e l’invito rivolto al mio partito a riflettere sulla partecipazione a una manifestazione che sta assumendo una connotazione ben distante dalle nostre radici liberali, moderate, riformiste».

Elementare, Mara: decide chi organizza

In effetti, la “vigile” Carfagna farebbe meglio a ricordarsi che l’iniziativa è appunto curata dalla Lega: per cui lei, al pari di chiunque altro del suo partito, non ha nessun titolo per eccepire sulle adesioni altrui. Se ne ha voglia, vada in piazza e si faccia una ragione della presenza di CasaPound (che, la rassicuriamo, non è contagiosa). Altrimenti se ne stia a casa e utilizzi il pomeriggio libero per progettare un raduno in proprio: dove lei e i suoi cari colleghi, moderati-oh-yes, potranno stabilire chi può intervenire e chi no. Tanto, visto il seguito di cui gode attualmente l’ex corazzata berlusconiana, ci sarà comunque la folla delle grandi occasioni…

Proprio Berlusconi, invece, taglia corto e bada al sodo: «Se sabato in piazza c’è CasaPound? Non lo so e non mi interessa, c’è a rischio la libertà e se c’è questo rischio io vado dappertutto». Tra il rischio assai ipotetico di una deriva neofascista, e quello parecchio incombente delle manette agli evasori di piccolo-medio cabotaggio, la priorità ce l’ha chiarissima: «Avevo deciso di non andare in piazza con Salvini e Meloni, ma ho cambiato idea dopo aver avuto come sicura la notizia che verrà messa nella riforma della giustizia una misura per il carcere fino a 8 anni per un’evasione superiore a 50 mila euro».

E per finire, eccoci alla posizione di CasaPound. Spiegata in un comunicato diffuso online già nel pomeriggio di mercoledì scorso. Il segretario, Simone Di Stefano, premette di aver deciso di usare le stesse parole già utilizzate “quando abbiamo partecipato alla manifestazione promossa dalla Meloni” e poi dichiara: “Non è il momento di dividere, ma di unire. E costruire con ogni mezzo una rivolta popolare, culturale e democratica a questo osceno governo di usurpatori. Dobbiamo portare i nostri temi e le nostre idee, perché questa opposizione ha bisogno di un’anima e di una visione chiara dello Stato e della nazione che vogliamo. Non solo immigrazione e tasse, ma anche la casa, il lavoro, i figli, i salari, lo Stato sociale devono essere al centro di questa visione”.

Tiriamo le somme?

Tiriamole. Benché sia un fatto oggettivo che CasaPound si richiami al fascismo – come attesta la loro scelta, a dir poco opinabile, di avallare la definizione di “Fascisti del Terzo millennio” – non c’è dubbio che quei riferimenti siano a determinati ideali e non alla forma autoritaria e dittatoriale che assunse il regime imposto da Mussolini.

In questo, non c’è nessuna sostanziale differenza rispetto a chi sia schierato nell’estrema sinistra. E pur appellandosi al comunismo, o persino al marxismo-leninismo, non coltivi affatto l’intenzione, o il sogno, o il delirio, di instaurarlo con la forza.

Nel bene o nel male, l’assetto democratico odierno è totalmente al riparo da qualsivoglia rischio di rovesciamento. Chi ostracizza CasaPound e affini, o chi facesse altrettanto con militanti di segno opposto (o apparentemente opposto: il vero opposto di fascismo e comunismo è lo strapotere del capitale), lo fa perché gli è insopportabile qualsiasi alternativa al Pensiero Unico dominante.

La chiamano democrazia. Ma ha un codicillo inviolabile: devi allinearti ai dogmi imperanti.

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