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Nostalgia di naja: Dai “3 giorni” a Roma, all’alba dei 365 giorni

Quel tempo sonnolento d’estate, a contare i giorni che mancavano alla fine, come se quella data non dovesse mai arrivare

Soldato dell'esercito italiano in Caserma

Militare in caserma

Quel tempo sonnolento d'estate, a contare i giorni che mancavano alla fine, come se quella data non dovesse mai arrivare. Guardavamo gli altri partire e sapevamo che non sarebbero più tornati. Le strofe scandite dai passi tonfi della marcia fuori ordinanza, a sera inoltrata, erano pesanti, dure come macigni e non facevano altro che acuire in chi restava, il desiderio di tornare a casa. Anche per noi, prima o poi, sarebbe stato lo stesso… più poi che prima. Non capivamo, non potevamo comprendere allora, l'intensità e l'importanza di un anno che ritenevamo gettato alle ortiche, inutile. Qualsiasi cosa, ogni esperienza è destinata ad acquisire peso, consistenza, soprattutto nella dimensione del 'dopo'. Il momento impresso nell'attimo presente, scolpisce nell'anima le sembianze del 'dopo'.

Nel bene e nel male, nel dolore o nei ricordi migliori, il dopo fa la differenza, la scrive. Ciò che è 'durante', agisce nel 'mentre', penetra dentro e cresce nel 'dopo'. Io, Maurizio, Stefano, l'altro Fabio, così come tutti gli altri, non lo sapevamo, non potevamo sapere. Un anno in caserma a condividere tutto, nella confidenza di segreti che mai avremmo rivelato ad alcuno. L'amicizia, la complicità, le uscite insieme, tutto… Un'esperienza umana unica, irripetibile, in quel tutto che abbiamo visto, vissuto, che non credevamo possibile, se non nella trama di un film. Legami solidi, incancellabili, nati per destino, non per caso, dentro una casa caserma, nel succedersi lento ed estenuante di giorni freddissimi, poi torridi, straordinariamente traboccanti, uno ad uno, di sentimenti contrastanti da condividere. Quel tutto che ci era completamente oscuro, nato durante un battito di ciglia, da un vagito del mentre, destinato a svilupparsi dopo, inevitabilmente, definitivamente e per sempre, alle prime luci dell'alba.

 

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