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No Green Pass, la fatica del dissenso: la democrazia è davvero in pericolo?

“Il pericolo per la democrazia viene da Forza Nuova? Verrebbe da ridere, se la realtà non fosse dannatamente drammatica”

No Green Pass al Circo Massimo

No Green Pass al Circo Massimo

Esprimere opinioni sulla Pandemia, mettere in discussione la sua pericolosità o mettere in dubbio l’efficacia delle soluzioni scelte per combatterla, vaccini inclusi, ha esposto i dissenzienti ad accuse di ogni tipo. “Negazionisti” e “Terrapiattisti” sono state le più gettonate. Etichette per nulla bonarie e anzi, particolarmente “cattive” per il tentativo, a volte riuscito, di associare il dissenso, di qualunque tipo, all’ignoranza e all’oscurantismo medievale. Per i fideisti filo-governativi, la circostanza che tra gli “ottusi medievali” ci fossero autorità scientifiche di fama mondiale, come i premi Nobel Montagnier, Kuldroff , Levitt e Honjo, tanto per citarne alcuni, non ha alcuna rilevanza.

Lo scontro diventa politico

Lo scontro, certamente divisivo e aspro, è rimasto tuttavia sempre sul piano degli argomenti medico scientifici. Ora, dopo l’aggressione di sabato scorso alla sede della CGIL da parte di un gruppo di neofascisti di Forza Nuova, aderenti alla manifestazione “No Green Pass”, l’accusa si è spostata sul piano politico. Fino a tacciarli, come se niente fosse, di essere fiancheggiatori dei fascisti.

Neo fascisti liberi di agire: cui prodest?

Che i neofascisti balordi e violenti di Forza Nuova, volessero approfittare della manifestazione dei “No Green Pass” per fare casino era scontato. Non era altrettanto scontato che le forze dell’Ordine consentissero a un gruppo ristretto di violenti, di assaltare e devastare la sede nazionale della CGIL.

Una riflessione, dunque, si impone.

Da osservatore di lungo corso delle vicende politiche italiane, mi sorgono immediatamente due domande. La prima, forse banale ma non secondaria, è la solita che ci si pone quando un gruppo sparuto riesce a compiere un’azione eclatante in un momento di grande tensione: “Cui prodest?” a chi giovano i fatti violenti di sabato scorso?

La Democrazia è in pericolo?

La seconda, più complessa ma più stimolante, è: la democrazia italiana è davvero in pericolo? E da chi o da cosa dobbiamo difenderci? Proviamo a ragionare. La risposta su a chi giovi l’aggressione alla CGIL è facile: sicuramente a Forza Nuova, che improvvisamente da sparuta e marginale formazione della destra neofascista, si ritrova al centro delle cronache nazionali. Di questa formazione, violenta e cialtrona, ci eravamo quasi dimenticati. Ora, grazie allo spazio ottenuto con la forza organizzativa all’interno delle manifestazioni dei “no vax” conquista il centro del dibattito.

Cgil e Governo ringraziano

Poi giova alla CGIL, sempre più disprezzata dai lavoratori e sempre più distante dagli interessi reali delle classi lavoratrici. L’aggressione neofascista, rimette anch’essa al centro dell’attenzione generale; persino di quel popolo di sinistra che da anni ne critica l’azione e il ruolo ormai subalterno al Governo. Infine, guarda un po’, giova persino al Governo, chiaramente interessato a spostare l’attenzione del Paese dai problemi veri a quelli apparenti.

Questo spiegherebbe, almeno in parte, la leggerezza di chi ha consentito, utilizzando male le forze dell’Ordine, che si perpetrasse un’aggressione annunciata con largo anticipo. Anzi, il Governo raccoglie ben due risultati: quello di accomunare i contestatori del Green Pass ai neofascisti, squalificando agli occhi dell’opinione pubblica un movimento sempre più seguito dalla gente e, contemporaneamente far scatenare sui media nazionali, un improbabile dibattito sulla democrazia messa in pericolo dai neofascisti.

Forza Nuova il vero pericolo?

Forza Nuova rappresenta davvero un pericolo per la nostre libertà? Ma siamo seri! Quattro ragazzotti, con i tatuaggi nostalgici in bella vista, dediti ad occasionali scorribande violente, che nessuno filava fino a ieri, e che sfasciano due scrivanie e qualche computer, rappresenterebbero improvvisamente un pericolo concreto per le istituzioni democratiche? Lo ripeto, siamo seri! Ma i media si sono buttati a capofitto nell’appassionato dibattito sul pericolo di una potenziale saldatura tra i “no vax” e il mondo dell’estrema destra. Povero giornalismo italiano.

Vale forse la pena di segnalare ai nostri arguti polemisti che tra i “no vax” probabilmente, ma sicuramente tra i “no green pass”, ci sono migliaia di persone di sinistra che, invece, guarda un po’, vedono il pericolo per la democrazia nei provvedimenti governativi. Anzi, più che un pericolo un dato di fatto. E sono preoccupati dal silenzio dei partiti e soprattutto dei sindacati.

La Democrazia indebolita

Il Parlamento è esautorato da mesi, a colpi di decreto, dalle decisioni fondamentali per il Paese; decine di provvedimenti vengono assunti, in virtù dell’urgenza e dell’emergenza, senza alcuna possibilità di contraddittorio; gli organi di informazione sono di fatto occupati militarmente dal pensiero unico dominante, che non ammette il contraddittorio; medici, ricercatori e studiosi sono oggetto di provvedimenti disciplinari brutali al primo cenno di dissenso; lo “stato di emergenza” prosegue “sine die”, anche se l’emergenza è svanita da tempo, dato che le corsie Covid sono vuote, i ricoverati pochissimi e i decessi ancora meno.

L’emergenza senza fine

Massimo Cacciari, filosofo di indiscussa autorevolezza e uomo di sinistra, ha messo in guardia dal perdurare di questo fittizio stato di emergenza. Un’emergenza così lunga, sussiste solo in caso di guerra, perché la fine della guerra non è prevedibile. Ma siccome non siamo in guerra – dice Cacciari – perché non ci dicono quando ed al verificarsi di quali condizioni, finirà questo stato di emergenza?

Fa bene Cacciari a porre la domanda, ma la risposta forse la conosce anche lui: lo stato di emergenza pone nelle mani del Governo e del Capo dell’Esecutivo, poteri che altrimenti non avrebbe né potrebbe avere. Poteri che gli consentono di limitare le nostre libertà, di arginare le contestazioni, di adottare provvedimenti repressivi altrimenti ingiustificabili, per lo stato di necessità: Ma qualcuno può dirci quale sarebbe la necessità?

A pensar male si fa peccato

Volendo fare i “dietrologi”, ma lungi da me l’esserlo, si potrebbe pensare che il Governo e le forze che lo sostengono, voglia fare un po’ di testa sua su tutto il pacchetto pandemia, inclusa la gestione delle risorse per la “ripresa e resilienza” del Paese. Questo potrebbe anche spiegare l’ostinazione di Salvini nel rimanere in un Governo nel quale è del tutto evidente che egli sia il classico “pesce fuor d’acqua”. Anche a costo di perdere forza e consensi elettorali.

Democrazia è partecipazione ma è solo apparente

Riflettiamo su un fatto oggettivo: da molto tempo i risultati elettorali – per via di un sistema ritornato di fatto proporzionale – non assicurano più Governi stabili. Dopo poco tempo dal voto gli italiani si ritrovano spesso un Premier, come Monti e Draghi, che non hanno votato, ma che è scelto dai cosiddetti “poteri forti”: Unione Europea, BCE, Finanza internazionale. La classe media, che una volta era la colonna portante della società è sempre più povera, disorientata e scontenta.

La sinistra, che dovrebbe proteggere, orientare e organizzare il popolo, sembra più interessata a conquistare poltrone e privilegi. Il popolo, che istintivamente intuisce l’inutilità del voto, si allontana dalla politica, scegliendo l’astensione di massa, rinunciando passivamente al più sacro dei diritti democratici. Ma i santoni del chiacchiericcio televisivo ci dicono che il pericolo per la democrazia viene da Forza Nuova. Verrebbe da ridere, se la realtà non fosse dannatamente e chiaramente tragica.

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