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“No ai tamponi gratis per gli insegnanti no vax”. Ecco il nuovo accordo sulla scuola

Firmato l’accordo sulla scuola in vista del nuovo anno: corsie preferenziali per il personale non vaccinato e per le categorie più fragili

covid, aula con studenti e docente

Aula scolastica con studenti e docente

Dopo una serie di proroghe, dovute alla difficoltà nella ricerca di un accordo, finalmente è stato firmato il protocollo sulla scuola in vista dell’avvio del nuovo anno. Ma le polemiche e i dubbi non si placano. Il rientro in classe si annuncia all’insegna delle difficoltà, specialmente per gli insegnanti che non vogliono vaccinarsi. Il nodo Green pass sarà contenuto in una nota specifica che l’amministrazione invierà alle istituzioni scolastiche nel prossimi giorni.

Nessun tampone gratis agli insegnanti “No vax”

Se la soluzione più logica è quella dei tamponi periodici per attestare la propria negatività, il Ministero dell’Istruzione tiene a precisare, contrariamente a quanto trapelato in precedenza, che “nel Protocollo d’intesa siglato con le Organizzazioni sindacali, non è previsto, né si è mai pensato di prevedere, un meccanismo di gratuità del tampone ai cosiddetti no vax”. Un chiarimento arrivato dopo che si era sollevato un “coro” di commento contrari. Dunque, il costo del tampone sarà a carico di chi si sottoporrà al test.

Corsia preferenziale per il personale non ancora vaccinato

Il Protocollo prevede, invece, – si afferma in una nota – una corsia preferenziale per il personale che deve ancora vaccinarsi e un supporto ai più fragili, ovvero a chi non può vaccinarsi per particolari motivazioni che saranno ulteriormente indicate negli accordi con le Aziende Sanitarie Locali, in raccordo con il Ministero della Salute.

Stanziati oltre 2 miliardi per il rientro a scuola

“Stiamo mettendo in campo ogni azione necessaria per assicurare il rientro in aula con interventi mirati e puntuali. L’intesa raggiunta con le organizzazioni sindacali è un ulteriore tassello e testimonia l’impegno comune per garantire a ogni studentessa e a ogni studente il diritto di poter tornare a frequentare in sicurezza e in presenza la scuola, recuperando il rapporto con i loro compagni, i docenti, la socialità”, afferma il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi in riferimento all’accordo sul Protocollo sicurezza per le scuole. “Continuiamo a collaborare, ciascuno per la propria parte di responsabilità – prosegue – per sostenere le istituzioni scolastiche nel loro lavoro. Per dare risposte alle famiglie e garantire il diritto allo studio a ogni studente. Abbiamo stanziato già oltre 2 miliardi per il rientro a scuola“.

Gli interventi per evitare il distanziamento e a favore dei più fragili

“Stiamo lavorando da mesi”, prosegue Bianchi. “Per quanto riguarda il distanziamento, interveniamo dove ci sono le classi più numerose, che si concentrano soprattutto nelle scuole di secondo grado delle periferie urbane. Abbiamo risorse già stanziate per queste situazioni, fondi che ora distribuiremo rapidamente. Le scuole, poi, in accordo con le Aziende sanitarie locali e il Commissario straordinario, potranno intervenire a favore dei più fragili, specificatamente coloro che non sono vaccinabili e che risultano, quindi, anche i più esposti al contagio. Interventi mirati, dunque, a favore delle situazioni più difficili per una scuola che vuole riaprire non dimenticando nessuno”.

La Federazione Gilda-Unams fuori dall’impresa

In relazione al Protocollo sottoscritto tra il Ministero dell’Istruzione e una parte dei sindacati rappresentativi, la Federazione Gilda-Unams afferma “di non aver partecipato alla trattativa. E quindi di non averlo sottoscritto in quanto si trattava di aggiornamento del precedente documento che la Fgu non aveva firmato, non fidandosi degli impegni assunti dal Governo e ritenendo insufficienti le misure di sicurezza garantite. La Federazione Gilda-Unams ribadisce di essere favorevole ai vaccini. Si dichiara tuttavia contraria all’obbligo surrettizio introdotto dal Governo per il personale della scuola attraverso l’imposizione del passaporto verde”, conclude il sindacato.

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