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Roma Municipio XIII occupato: quando famiglia non fa rima con politica

Tutte le ragioni che sottostanno all’occupazione dell’Aula consiliare. Non solo unioni civili

L’occupazione simbolica con cui opposizione e attivisti del Comitato della Famiglia hanno interrotto i lavori del consiglio in Municipio XIII, avvenuta lo scorso martedì, nasce da più d’una ragione. Il gesto di disapprovazione non è solamente legato all’approvazione della mozione istitutiva del registro delle unioni civili, come è stato raccontato, ma anche ad un fatto del quale non è stata fatta menzione e che ha contribuito ad esasperare il clima già teso.

La protesta, che ha tenuto in scacco l’Aula consiliare per l’intera giornata, è scaturita, prima che dalla sopracitata mozione sulle UC, dalla bocciatura di un odg proposto da Alessandra Consorti, consigliere di Nuovo Centrodestra. “Ho presentato un odg in cui veniva chiesto al presidente e alla Giunta di porre in essere iniziative a sostegno delle famiglie” – racconta la Consorti. L’atto in questione, premesso il riferimento costituzionale all’art. 29 “che riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”, considerato “il valore della famiglia” che deve esser tutelato “attraverso azioni concrete”, invitava presidente e Giunta a “porre in essere iniziative a sostegno della famiglia”.

Quando “PD e SEL lo hanno bocciato, cercando con un colpo di mano di approvare a maggioranza solo la loro mozione (relativa al registro delle UC, ndr), per protesta a questo atteggiamento arrogante e prepotente abbiamo occupato la sala Consiglio” – conclude la Consorti.

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