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Multe a Portonaccio, il consulente dà torto al Comune di Roma

Il tecnico nominato dal tribunale civile: “La segnaletica apposta per la riattivazione del divieto è stata carente disorganica, confusa”

Il consulente tecnico nominato dal tribunale civile di Roma sulla vicenda delle 450 mila multe elevate per preferenziale a via di Portonaccio, dopo aver letto le carte e completato il sopralluogo, ha dato torto al Comune di Roma: "La segnaletica apposta per la riattivazione del divieto è stata carente disorganica, confusa". Il consulente parla anche di cartelloni "non ben visibili per il loro infelice posizionamento", "celati da ostacoli vari come vegetazione e bus in transito".

L'esito della consulenza potrebbe far volgere i prossimi giudizi in favore degli automobilisti multati. I giudici del tribunale civile scrivono che "è stato ventilato dall'amministrazione in modo garbato ma chiaro che le violazioni commesse non siano state causali, bensì frutto di una deliberata resistenza della cittadinanza ad accettare il ritorno alla normalità, vale a dire al divieto di accesso alla corsia preferenziale di via di Portonaccio". Secondo i magistrati "non è possibile ammettere neppure come ipotesi che un numero eccezionalmente alto di utenti della strada (con l'astronomica e inconsueta cifra di 250 mila passaggi vietati nei mesi di maggio e giugno 2017) abbiano all'improvviso deciso di violare i precetti imposti dall'amministrazione con atteggiamento volontario".

A breve si dicuterà in Cassazione il caso di uno dei cittadini multati, al quale è stato dato torto sia in primo che in secondo grado. "Chiediamo l'annullamento di tutti i verbali comminati almeno fino al 26 ottobre 2017 attraverso moduli da presentare agli uffici competenti", spiega Luca Cardia, esponente del comitato Multopoli Portonaccio.

 

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