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Morto commissario Polizia per Coronavirus, faceva parte della scorta di Conte

“Il premier era costantemente informato sulle condizioni di salute dell’agente della sua scorta”

Giorgio Guastamacchia, 51 anni, commissario della Pubblica Sicurezza è deceduto in seguito alle complicazioni di una polmonite da coronavirus. Aveva svolto servizio nella scorta del premier Giuseppe Conte.

Lascia moglie e due figli. Franco Gabrielli, Capo della Polizia, ha manifestato cordoglio e vicinanza alla familia del commissario, "attorno alla quale si stringe la grande familia della Polizia di Stato", ha affermato Gabrielli.

Il commissario Guastamacchia aveva fatto parte della scorta del presidente del Consiglio, Conte.

Nelle settimane precedenti il suo ricovero al Policlinico di Tor Vergata non aveva avuto contatti diretti con il premier e non aveva viaggiato nella stessa autovettura di Conte.

La notizia della positività al coronavirus è stata diffusa il 21 di marzo, ma il poliziotto sarebbe stato contagiato qualche giorno prima. Palazzo Chigi informò che non aveva avuto alcun "contatto diretto con il Presidente, non avendo mai viaggiato neppure sulla stessa auto. Anche i contatti con altri uomini della scorta non destano preoccupazione, in quanto sono sempre state rispettate le distanze sociali di sicurezza e tutte le precauzioni anche dopo la conferma della positività. Lo stesso Giuseppe Conte ha effettuato un tampone che ha dato esito negativo. Ed è costantemente informato sulle condizioni di salute dell'agente della sua scorta", così il comunicato della Presidenza del Consiglio.

Ha scortato i Presidenti del Consiglio Letta, Renzi, Gentiloni e Conte. Il sostituto commissario alla sicurezza di Palazzo Chigi, Giorgio Guastamacchia, 51 anni, morto oggi a Roma dopo aver contratto il coronavirus, lascia moglie e due figli. Entrato in Polizia come agente nel giugno 1988 ed assegnato subito al settore delle scorte personalità del Viminale, a metà degli anni '90 Guastamacchia aveva vinto un concorso ed era diventato vice ispettore.

Ha lavorato alcuni anni nell'ambito della Questura di Roma, per poi tornare al Viminale e giungere infine da sostituto commissario alla sicurezza di Palazzo Chigi, dove ha scortato i Presidenti del Consiglio Letta, Renzi, Gentiloni e Conte. Alle sue spalle un passato da sportivo.

 

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