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Morte Elena Aubry, inizia il processo. La madre: Il Tribunale pensi a quanto ci è stato tolto a tutti

“Non mi interessa odiare. Dopo quattro anni sono contenta che il processo sia arrivato”

Graziella Viviano e sua figlia Elena Aubry (via Facebook)

Graziella Viviano e sua figlia Elena Aubry (via Facebook)

Lunedì 10 gennaio 2022, a partire dalle ore 11 presso il Tribunale di Roma, ci sarà l’udienza preliminare per la morte di Elena Aubry, la motociclista scomparsa tragicamente il 6 maggio 2018, dopo aver perso il controllo della sua moto Honda Hornet, su via Ostiense a Roma ed essere finita contro il guardrail. Per la Procura, la morte della ragazza era da addebitare a chi doveva salvaguardare la strada ma non lo ha fatto.

Otto imputati

Gli imputati per omicidio stradale sono otto funzionari del Municipio X di Roma Capitale: Paolo Fantini, direttore dell’ufficio manutenzione; Nicola De Berardini, direttore tecnico; Roberto Botta e Fabio Pacciani, direttori del dipartimento Simu (Sviluppo infrastrutture e manutenzione urbana); Francesco Compagnoli, responsabile della manutenzione ordinaria del lotto 6 della grande viabilità; Marco Domizi, responsabile della manutenzione stradale. Davanti al giudice finiranno anche Fabrizio Pennacchi, rappresentante legale dell’azienda di manutenzione di via Ostiense, e l’addetto alla sorveglianza Alessandro Di Carlo.

La madre di Elena: “Il processo non riguarderà solo lei”

La madre di Elena Aubry, Graziella Viviano, in vista del processo, è intervenuta al nostro giornale rilasciando le seguenti dichiarazioni: “È difficile esprimere cosa provo, ormai sono abituata a sentire Elena con me in una maniera diversa. Mi ha fatto malissimo dover ritornare a vedere le immagini di mia figlia, a terra coperta da un telo. Mi ha riportato a un dolore terreno sul quale nessun genitore vorrebbe mai ritornare. Dopo quattro anni sono contenta che il processo sia arrivato. Non è qualcosa che riguarderà solo lei, ormai è evidente. Significa che si affronteranno dei principi, che saranno generali per tutti.

Questo vuol dire dare la responsabilità ai gestori delle strade sulla cattiva manutenzione se non hanno fatto il loro dovere; significa fare un passo avanti per tuti i cittadini che sono qui. Certo, questo non mi riporta Elena… ma finalmente si saprà che se non fai il tuo lavoro ne rispondi penalmente. Ci sarà così maggiore attenzione e ognuno dovrà cambiare le proprie tabelle di priorità investendo sul rifacimento delle strade, che è un investimento nelle vite dei cittadini”.

“Non mi interessa odiare, voglio solo giustizia”

“Tutto questo – prosegue – porterà ovviamente a fare in modo che ci sia prevenzione, avendo dunque delle strade migliori, e perciò sarà difficile riuscire a morire come è morta Elena. Quella di Elena è l’apoteosi dell’assurdità. Forse anche per questo l’incidente e il processo ha già fatto e farà scuola. Perché morire così, quando lei aveva tutto quello che può avere un motociclista per non morire (sia attrezzature che capacità), e la strada invece il contrario, crea quella situazione di assurdo. Come penso che potrà andar il processo? Non riesco a provare odio per nessuno, neanche adesso. Non mi interessa odiare, che oltretutto non mi riporterà mia figlia.

“Elena era amore”

Elena era amore, il filo che mi lega a lei è amore. Tutto l’amore che mia figlia mi ha lasciato è tutto l’amore con il quale adesso comunichiamo. Per cui mi aspetto che venga fatta giustizia, questo sì. E che vengano stabiliti quei principi che ho detto poc’anzi. Poi mi aspetto anche che qualcuno pensi ai miei figli, perché un giorno andrò via anch’io. Quando ho messo al mondo i miei tre figli ho pensato a quale fosse la migliore assicurazione sulla vita che potessi dare a loro, ed era il fatto di essere tre, di sapere che avrebbero sempre potuto contare l’uno sull’altro. Quella strada ha tolto non solo il mio futuro ma quello anche dei miei figli.

“Elena è stata tolta a tutti, anche ai fratelli”

Mia figlia ha perso la sorella con la quale ha poca differenza di età, mio figlio lo stesso. Elena era forte, determinata, pronta a dare una mano a chiunque, a maggior ragione ai suoi fratelli, quindi i miei figli hanno perso tantissimo. Hanno perso la loro assicurazione sulla vita: erano in tre, ora sono due. Voglio che almeno questo venga riconosciuto per loro, il Tribunale pensi anche a questoa quanto ci è stato tolto a tutti. Hanno tolto il mio sogno di madre, ho cercato di dargli il massimo che potessi con tanti sacrifici. Mi hanno tolto anche il futuro… la possibilità di vedere un nipotino che avesse gli occhi di mia figlia” conclude.

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