Mario Tozzi: “Caro Sapiens, la Terra ti scrive per ricordarti che non sei il padrone del mondo”
In Caro Sapiens, Mario Tozzi dà voce alla Terra per raccontare la sua storia e ammonire l’umanità: il pianeta non è nostro, ma di tutti i viventi

Mario Tozzi, dalla sua pagina Fb
È un dialogo immaginario, ma anche un grido d’amore e di allarme quello che il geologo e conduttore televisivo Mario Tozzi lancia nel suo nuovo libro Caro Sapiens (Mondadori, 2025). Questa volta, non è lui a parlare, ma la Terra stessa, che scrive all’umanità per raccontare la sua storia millenaria e ricordarci quanto siamo fragili, piccoli e, troppo spesso, arroganti.
Tozzi, volto noto di Rai 3 e autore di programmi come Sapiens – Un solo pianeta, costruisce un racconto che mescola scienza, filosofia e umanità. E lo fa con quella voce ironica e pacata che da anni porta la geologia nelle case degli italiani, rendendola una lente per capire il presente.
“Ho lasciato che fosse la Terra a scrivere al suo ospite più invadente: l’uomo”
«Cercavo un modo per far riflettere senza moralismi», racconta Tozzi a Romait. «Così ho immaginato che fosse la Terra, in prima persona, a scrivere a noi sapiens. Ci osserva con affetto, ma anche con preoccupazione. Ci dice: vi siete montati la testa, eppure siete solo un frammento minuscolo della mia storia».
Nel libro, la Terra racconta la nascita dell’universo, l’età delle stelle, l’evoluzione della vita, fino ad arrivare al caos climatico contemporaneo. Un viaggio tra scienza e consapevolezza, che ricorda quanto la nostra civiltà sia giovane: «Se paragonassimo la storia della Terra a un metro, noi sapiens occuperemmo solo l’ultimo millimetro», spiega l’autore.
Dalla Rai alle librerie: la missione di Tozzi non cambia
Chi segue Tozzi in televisione sa quanto la sua divulgazione sia radicata nel territorio, anche romano. Nato e cresciuto a Roma, il geologo ha sempre cercato di collegare il locale al globale, la storia naturale alle scelte umane.
«Scrivere Caro Sapiens è stato come tornare ai miei anni da studente di geologia alla Sapienza», racconta. «È il mio libro più personale, più sentito. L’ho scritto ovunque, nei treni, negli aeroporti, senza usare intelligenze artificiali. Credo ancora nella scrittura fatta di mani, errori e pensiero umano».
Un gesto controcorrente in un’epoca di testi generati da algoritmi: «La Terra del libro — dice Tozzi — non è perfetta, ma viva, come la nostra lingua e il nostro modo di raccontare».
“Roma, come la Terra, è un archivio vivente”
Non poteva mancare un riferimento a Roma, la città di Tozzi, che nel suo lavoro è spesso metafora del rapporto tra passato e presente. «Roma è come la Terra: uno strato sopra l’altro, una storia che si rigenera e si sovrappone. Ma anche lei è fragile, e i cambiamenti climatici si sentono eccome. Basta guardare il Tevere o i Colli che franano. La geologia non è lontana: è sotto i nostri piedi».
In Caro Sapiens, questa visione si allarga al mondo: «Dobbiamo imparare dalla diversità. Lo capisci viaggiando in Amazzonia o passeggiando sull’Appia Antica: dove c’è varietà, c’è vita. Dove tutto diventa uguale, arriva la fine.»
Un messaggio universale ma radicato nel quotidiano
Con Caro Sapiens, Mario Tozzi firma un libro che unisce poesia, divulgazione e impegno civile. Una lettera che è anche un ammonimento: il pianeta non ha bisogno di noi, ma noi abbiamo bisogno di lui.
«La Terra non ci odia — conclude Tozzi —. Ci osserva, ci sopporta, e ogni tanto ci parla. Il problema è che non la ascoltiamo più. Ma se imparassimo a farlo, forse saremmo davvero all’altezza del nome che ci siamo dati: sapiens.»

