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Maestra aggredita a Casal Bertone, insicurezza tra i residenti

Conferenza stampa sugli eventi di Casal Bertone. Appuntamento al 12: manifestazione per la legalità

Conferenza stampa con i ragazzi di Casapuond e i comitati cittadini dopo l’aggressione alla maestra, tutto il quartiere di Casal Bertone insorge e prende provvedimenti affinché un episodio simile non si ripeta.

Da qualche giorno i Carabineri sono alla ricerca di uno straniero che avrebbe rapinato e aggredito la donna. Nella denuncia, appare solo una rapina: "Mi sono salvata solo grazie all’intervento di due persone a bordo di un’auto che hanno visto la scena e si sono fermate". Forse il pudore non le permette di andare oltre, come dichiara il suo avvocato Baris: "Bisogna considerare l’aspetto personale nel raccontare queste cose, spesso ci si vergogna. Lo choc per la ragazza non è stata la rapina ma l’aggressione con molestia – continua Baris, legale della maestra – Se la macchina non si fosse fermata in tempo poteva accadere qualcosa di irreparabile. Ora speriamo che venga individuato il colpevole".

La vicenda è stata alquanto strumentalizzata da alcuni media, più preoccupati di accertarsi della violenza che di constatare l’effettivo clima di paura e insicurezza fra gli abitanti di quello che, da sempre, può considerarsi un quartiere popolare e tranquillo. Mauro Antonini, in rappresentanza del comitato di quartiere 'La cittadinanza di Casal Bertone' ci spiega: "Siamo qua per spiegare che qui la sicurezza e la legalità sono andate a scemare negli ultimi tempi. Gli insediamenti abusivi nel 2013 hanno destabilizzato il quartiere e, malgrado 2000 firme raccolte, le istanze cittadine non hanno trovato accoglienza felice e subitanea nelle istituzioni. Non è giusto aprire gli occhi solo quando c’è l’interesse mediatico. Qui da tempo la percezione di sicurezza da parte dei residenti è bassa. Noi siamo da tempo bersagliati da richieste, ma, sebbene cerchiamo di fare da ponte con le istituzioni, oggi siamo qui a fare il punto e convocare questa Assemblea per trovare una soluzione e un intento comune".

Il portavoce del comitato è lo stesso legale della ragazza – di cui manteniamo l’anonimato – ed è il primo a denunciare: "Qui non abbiamo solo evidenti problemi con la viabilità. I campi nomadi che circondano il quartiere sono ogni giorno più pericolosi. Quotidianamente si verificano scippi, furti, rapine e aggressioni a fasce deboli della popolazione. Cose che tempo addietro, io ci abito dagli anni in cui poteva definirsi un’isola felice, non accadevano. Rivogliamo un quartiere dove le madri possano portare i bambini fuori in sicurezza e gli anziani chiacchierare in piazza tranquillamente".

Infine, la figlia di Vittorio il meccanico, ci spiega: "Sono conosciuta da tutto il quartiere grazie a mio padre. Lui mi ha insegnato tutti i valori morali che porto avanti. Qui sono cresciuta e ora dobbiamo far in modo di poter uscire di casa sereni. Soprattutto noi donne: tempo fa accadde una cosa simile a mia nipote. Oggi, non posso accettare che fatti del genere si ripetano qui dove sono cresciuta e in quel quartiere che per me è sempre stata una grande famiglia".

Gli interventi si susseguono, disparati e con soluzioni diverse, ma tutti con lo stesso sentimento nel cuore: tanta rabbia e profonda amarezza. Stessi sentimenti che abbiamo visto negli occhi degli abitanti di Ponte di Nona e Settecamini.

Così, tutti assieme, il 12 alle 10 in Piazza dell’Esquilino, i cittadini, con i vari comitati di quartiere ed altre organizzazioni politiche e non, scenderanno in piazza con i ragazzi di Casapound per manifestare contro il dilagante problema degli insediamenti Rom e dell’immigrazione incontrollata. Il buonismo, di fronte a problemi di simile gravità, sta a zero e a nulla valgono le chiacchere di chi vorrebbe di questi ragazzi dei violenti. Lo testimonia una vecchietta che, durante l’assemblea cittadina, si alza in piedi e dice: "L’idea politica è altra cosa. Guardate le persone".

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