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Lettera di una paziente a Zingaretti e D’Amato su una sonda che nessuno ripara

La lettera di una nostra lettrice al Presidente Zingaretti, ormai esasperata per il disinteresse delle istituzioni sanitarie pubbliche

Policlinico-Umberto-I-di-Roma

Policlinico-Umberto-I-di-Roma

Pubblichiamo la lettera di una nostra lettrice ormai esasperata per il totale disinteresse delle istituzioni sanitarie pubbliche nei riguardi di un macchinario tecnico fondamentale per monitorare la salute dei pazienti.

“Non è una conta che ci ricorda i giochi spensierati di quando eravamo bambini, ma ora la conta caro Governatore Zingaretti e caro Assessore D’Amato, riguarda gli articoli che finora ho scritto e inviato sull’annoso problema della sonda per eseguire la transanale che giace al Policlinico Umberto Primo di Roma.

Un intervento necessario

Una sonda immobile e senza che nessuno abbia mosso un solo dito per ripararla o sostituirla. I ripetuti appelli dei sanitari che lavorano nel reparto della chirurgia del pavimento pelvico e di noi malati oncologici affetti da carcinoma all’ano non hanno sortito alcun effetto. Anzi qualcosa si è mosso ma solo verbalmente e ci hanno ricordato che non ci sono i soldi. Nel caso l’aveste dimenticato, vi rammento che l’intera apparecchiatura, per noi vitale, la più tecnologica, la più moderna, la più efficace, costa solo 80.000 euro,

Nulla rispetto ai tanti soldi che negli ultimi anni sono stati buttati via nella sanità pubblica a danno dei contribuenti.

Vi ricordo ancora, caro Governatore e caro Assessore D’Amato che il Policlinico Umberto Primo, è l’unico ospedale pubblico in tutta la Regione Lazio, che effettua questo tipo di esame: la transanale appunto. Mentre pullulano studi medici privati con apparecchiature all’avanguardia, prontissimi a farlo anche nel giro di 24/48 ore, basta che paghi e anche molto.

Diritto alla salute pubblica

Dov’è la giustizia sanitaria? Dov’è il diritto del malato, soprattutto oncologico,  con codice 048 e cioè esente dal pagamento della prestazione?

A cosa o a chi dobbiamo appellarci per poter riavere questo ecografo in una struttura pubblica?

Perché vedete cari signori, rivolgersi ad una struttura privata, è e lo ribadisco, una scelta, non deve essere un obbligo.

Questo articolo, corredato dagli altri due scritti in un anno e mezzo di appelli, suppliche e tanta rabbia, andrà in mano a tante testate giornalistiche, sui social e perché no, cercherò di coinvolgere anche trasmissioni televisive con grande visibilità, sperando una volta per tutte che venga reso pubblico quello che ritengo ormai, l’ennesimo scandalo della Sanità pubblica. Vi auguro una buona salute“.

Loretta Proietti

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