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La Roma fa un sol boccone dell’Udinese e rimane in testa

di Piero Montanari

In 9' una Roma spavalda affonda l'Udinese che non perdeva da 4 gare, e ribadisce, dalla testa della classifica, l'attacco allo scudetto. I primi 20' dei giallorossi sono da gioiosa macchina da guerra: straordinari, sembra di assistere ad una partitella di allenamento. Oggi, l'improvvido Garcia dello scorso anno, quando dichiarò con leggerezza di aver messo un'ipoteca  sulla vittoria del campionato, non si può più nascondere dietro a un dito, al di là di qualsiasi affermazione di circostanza e da un low profile evidentemente suggeritogli ad hoc da chi teme ulteriori gaffe del francese.

La Roma è davvero forte, indipendentemente dalla caratura di chi affronta e dalla numerologia della sua disposizione tattica. Si sono visti Gervinho e Dzeko punte di diamante, in un 4-4-2 che diventa spesso 4-3-3 per lo spostamento di Florenzi e Iago Falque in attacco, e Maicon terzino destro che rientra titolare. Diciamo subito che contro l'Udinese è stata la “partido alta” del brasiliano, la sua serata di festa. L'ex interista quando ha la palla è imprendibile, tanto da confezionare  assist vincenti, col primo gol di Pjanic, e gol alla sua maniera, con discese da immarcabile e tiro imprendibile sul palo lontano del portiere. Sembra essere tornato – e lo speriamo – il Maicon del primo anno.

Ci piace poi l'ormai ritrovato Gervinho, che corre avanti a sbaragliare difese e segnare praticamente in quasi tutte le partite (suo il terzo gol su assist di Manolas scappato all'attaco) e indietro a coprire in difesa, con una capacità di recuperare fiato grazie forse al Vicks Vaporub di materna memoria,   che si spalma sulla maglia per respirare meglio (avete presente la macchia oleosa al centro  che ora ha pure l'altro corridore Florenzi? Non è sudore ma la pomatina miracolosa a base di canfora).

Un'ultima considerazione riguarda l'atletico centravanti Dzeko. Il bosniaco forse non segnerà spesso (l'unico e importante gol che ha fatto è stato contro la Juventus), ma è sempre al centro del gioco, si muove con intelligenza, crea superiorità numerica dove serve, torna anche spesso in difesa. Gli mancano i gol ma di certo sembra che potrebbe esplodere da una partita all'altra. Ci aspettiamo da lui una doppia cifra a fine campionato. A proposito di campionato: se questo è quello che promette, è davvero bellissimo, perchè sembra una favola che Roma, Napoli e Fiorentina se lo contendano ad armi quasi pari, a meno di ritorni eclatanti. Vinca il migliore (e noi comunque sappiamo chi è).

* di Piero Montanari, musicista, tifosissimo della Roma

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