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La Bolkestein e l’esproprio di Stato, parlano gli ambulanti

Gli Ambulanti sono sotto pressione da anni, un contenzioso che sta facendo vittime e producendo stati degenerativi in tutta Italia

Gli Ambulanti sono sotto pressione da anni, un contenzioso che sta facendo vittime e producendo stati degenerativi in tutta Italia, perché piccole ditte individuali e intere famiglie, rischiano di andare a bando di concorso per riprendere i loro rami di azienda acquistati negli anni con i loro risparmi di una vita. Più o meno un "Bail in" dei poveri. Ebbene dai contributi e allegati normativi analizzati in questi ultimi tempi, abbiamo potuto rilevare come lo spirito originario della Direttiva sia stato alterato dal Decreto di attuazione n.59 del maggio 2010 e dalla successiva Intesa in Conferenza del 2012.

Il nostro settore non era in alcun modo interessato da tale normativa, e la sua innaturale inclusione è stata una forzatura per altro non giustificata dal dettato normativo e in aperto contrasto con i pareri espressi in Parlamento dalle Commissioni II e X della Camera dei Deputati che, nei lavori preliminari, invitavano ad escludere espressamente la equiparazione dei posteggi in aree di mercato alle risorse naturali sia per ragioni di coerenza con la normativa comunitaria sia per non penalizzare il settore del commercio sulle aree pubbliche.

Il commercio su spazi ed aree pubbliche prevede dal lontano 1998 (D.Lgs. 114/98), il rinnovo decennale delle concessioni dei posteggi, rinnovo tacito e senza alcuna formalità per il concessionario. Il posteggio va ricordato è il valore intrinseco dell'attività, rappresentandone da solo oltre il 90% del valore di avviamento in caso di cessione di azienda.

Da quella data il Commercio su aree pubbliche è stato di fatto liberalizzato, perché ogni Comune può liberamente disporre delle aree assegnate, (ad esempio concedendo la stessa area a fine lavoro per  altri utilizzi, vedasi bar e ristoranti) o aumentare a proprio piacimento, con il solo limite della programmazione, il numero dei posteggi e delle aree mercatali. Pertanto la battaglia è giusta perché l'ingiustizia si vive male e il fatto di legare il proprio destino lavorativo ad una "riffa" o a un gratta e vinci per la sopravvivenza, appare ogni giorno di più una vera e propria prepotenza. Un esproprio ingiustificato.

* Vittorio Baglioni, Segretario Provinciale CISL Ambulanti Roma.

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