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L’Agro Pontino è sotto minaccia di una nuova sindrome, la Stendhal 2

Ora il genere degli artisti è cambiato e vanno di moda i trasformatori di paesaggi, nelle amministrazioni locali in scadenza di mandato

All'inizio dell' 800 la visione delle opere di Caravaggio e di Michelangelo provocava  a Henri Beyle, noto come Stendhal, il panico, palpitazioni, difficoltà respiratorie e svenimenti, la cosiddetta "Sindrome di Stendhal", descritta in una delle opere dello scrittore. Se oggi, anno di grazia 2017, lo scrittore decidesse dopo 200 anni, di ripercorrere  il Grand Tour "Roma, Napoli e Firenze" crediamo che ad Henry si svilupperebbe la stessa patologia psicosomatica, ma al cospetto di opere diverse, non pitture appese ai muri ma affreschi a cielo aperto. Ora il genere degli artisti è cambiato e vanno di moda i trasformatori di paesaggi, all'interno di amministrazioni locali in scadenza di mandato, e sono i politici di turno e Governatori di passaggio. Senza mancare di rispetto al sommo scrittore metteremo le due versioni del passaggio di Stendhal: la prima quella reale del 1827, la seconda, nella sua ipotetica rimpatriata nel 2017:

Così scriveva nel 1827. Non è una natura piatta , la vegetazione è rigogliosa e il panorama è qua e là dal rudere di un acquedotto o di antiche tombe, che imprimono alla campagna romana un carattere di grandezza veramente incomparabile.

Rimpatriata del 2017. Non è una natura piatta perché interrota da sversamenti di liquami e discariche, la vegetazione contaminata rende difficoltoso lo scorgere del  genere di ortaggio, il panorama è contornato da aree di compostaggi, ruderi qua e la', resi luoghi abitativi da viandanti di oltre mare, acquedotti e tombe adibiti ad alcove per allietare il trasferimento di viandanti, che imprimono alla campagna romana un carattere di grandezza veramente incomparabile.

Chiediamo scusa  a Stendhal.

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