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Il popolo delle partite iva, una compagine di disperati discriminati dallo Stato

La Pandemia ha fatto emergere in modo dirompente una nuova compagine di disperati, vittime di discriminazioni insopportabili, le partite iva

Partite iva

Roma deserta, negozi chiusi

Essere discriminati. Prendiamo l’ispirazione da un film, Il diritto di opporsi (Just Mercy) pellicola del 2019 diretta da Destin Daniel Cretton. Un film ispirato a fatti realmente accaduti e che ripercorre gli eventi legati al processo nei confronti dell’afro americano Walter Mc Millian (interpretato da un grande Jamie Foxx), ingiustamente condannato alla pena di morte per l’omicidio di una giovane ragazza bianca.

Un film come spunto per una riflessione

La pellicola, tratta dal libro scritto dallo stesso difensore del Mc Millian, l’Avv. Bryan Stevenson (nel film l’attore Michael B. Jordan), oltre a raccontare le vicende processuali, in maniera sobria e pacata, denuncia le discriminazioni patite dai condannati nel Braccio della Morte in Alabama, sia per motivi razziali che soprattutto per la mancanza di mezzi economici idonei a garantirsi una difesa legale adeguata. Per quanto si possa consigliare la visione del film, oltre che la lettura del libro, l’oggetto del nostro articolo non è una recensione positiva, ma il film ci fornisce lo spunto necessario per alcune considerazioni.

Infatti, se per un momento non ci lasciamo fuorviare dal colore della pelle dei protagonisti, dall’epoca dei fatti (anni 80) e dal luogo in cui si svolgono (lo Stato sudista dell’Alabama), subito potremmo ritrovarci ai giorni nostri e alle nostre latitudini, nelle eterne lotte di coloro che sono i discriminati dalla società. Non stiamo parlando di discriminazione a sfondo razziale, né di lotta di classe per come l’abbiamo sempre conosciuta.

Una compagine di disperati, il popolo delle partite iva

La Pandemia ha fatto emergere in modo dirompente una nuova e numerosa compagine di disperati, vittime della più insopportabile delle discriminazioni possibili, quella che lo Stato compie ai loro danni. Parliamo dei non garantiti, le partite iva, i piccoli commercianti, gli artigiani, i piccoli e medi imprenditori, i lavoratori autonomi, i professionisti delle arti e dei mestieri.

Sono loro i nuovi “Niggers”, contrapposti ai garantiti, i dipendenti pubblici, gli “ammanicati” della politica, i gestori delle corporazioni, i burocrati con gli stipendi assicurati e i privilegi ostentati. Fino ai boiardi che continueranno a percepire liquidazioni faraoniche anche nei casi in cui avranno portato al fallimento le aziende che loro stessi gestiscono.

La discriminazione e le ingiustizie

Ecco che ancora una volta capiamo che non serve avere la pelle nera per essere discriminati, subire ingiustizie da chi ti governa o non essere considerato uguale all’altro. D’altra parte, lo Schiavismo stesso, nasce come fenomeno economico finanziario prima ancora che razziale. Gli schiavi erano un investimento per la produttività (venivano comprati nelle aste), un simbolo di potere economico e territoriale e solo successivamente, proprio con la fine della schiavitù moderna, si è radicato come fenomeno di “diversità” discriminata.

Gli ultimi episodi di protesta avvenuti nel nostro paese, cominciano a somigliare in modo preoccupante alle proteste degli afroamericani. La discriminazione di cui i non garantiti sono vittime è ancora più visibile in quanto giornalmente riscontrabile dal fiume di DPCM che ha inondato il vivere della nostra società. Inoltre, l’assenza di ghettizzazione dei nuovi “niggers”, amplifica il fenomeno e lo mette continuamente a confronto con la realtà dei garantiti. Provate ad immaginare un condominio al cui interno vivono impiegati pubblici e lavoratori del settore privato…

I non garantiti giudicati dai garantiti

Non crediamo sia necessario descrivere la differenza delle loro giornate. Il fatto più paradossale è che questa enorme massa di persone, priva di una sufficiente rappresentanza politica, proprio come i neri d’America negli anni 70/80 vengono governati, giudicati e condannati solo da garantiti. I quali comodamente non vorranno, né potranno mai capire la condizione iniqua e incostituzionale in cui i loro “diversi” concittadini si trovano a dover subire senza alcuna colpa. I garantiti saranno altresì sempre pronti a stigmatizzare i comportamenti di protesta, le manifestazioni improvvisate, i gesti più estremi che rischiano di far germogliare il seme dell’odio e della violenza.

Quantomeno, se vogliamo trovare un aspetto moralmente positivo, oggi, molti dei non garantiti, avranno capito sulla loro pelle, cosa vuol dire essere parte dei discriminati, dei neri, degli omosessuali, degli ebrei e di tutta quella umanità che ad un certo punto si è trovata a non essere riconosciuta uguale al proprio simile.

Di certo, però, con forza e determinazione, anche i non garantiti hanno il sacrosanto diritto di opporsi.

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