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Il PD di Marino, come quello di Renzi, va verso la scissione?

Stefano Pedica, della direzione PD Lazio avvisa: “Nessuno si sogni di lanciare un’opa sul Campidoglio”

Nel PD romano sembra essere ufficialmente aperta la caccia all’untore, in merito al presunto ‘autore’ del sondaggio che sconfessa ufficialmente il primo cittadino della Capitale, anche se dal partito sembrano smorzare i toni. Primo tra tutti, Ignazio Marino, che si dice disinteressato alle logiche partitiche, tanto da non conoscere le correnti a cui, i suoi assessori e consiglieri apparterrebbero: “Sono dinamiche che riguardano il Pd. Su questo, se fossimo a scuola, prenderei l'insufficienza” – dichiara a quanti gli chiedono indiscrezioni sull’esito della riunione del PD romano in programma per oggi. “Alla direzione nazionale – aggiunge Marino – qualcuno mi ha chiesto a quale corrente appartenessero alcuni consiglieri e assessori. Ma io non lo sapevo, ho dovuto chiamare il mio staff che studia queste cose. Ero del tutto impreparato, e non mi interessa studiare le correnti del PD”.

Correnti che però esistono, e con cui bisogna fare i conti. In questo, la realtà romana sembra rappresentare in scala quella nazionale, con un PD diviso a metà tra piazza San Giovanni e Leopolda, tra filogovernativi, si potrebbe dire, e chi sta all’opposizione. Ma Stefano Pedica, della direzione del PD Lazio, avverte: “Inutile scatenare la ‘caccia all'untore’ per capire chi ci sia dietro il sondaggio su Marino. L'unica cosa che conta è aiutare il sindaco di Roma a tirare la città fuori dal pantano”. Per farlo, “il PD deve stare al fianco del primo cittadino e aiutarlo a rivedere tante cose, ma deve parlare con una sola voce. Nessuno pensi di lanciare un'opa sul Campidoglio mettendo in atto il solito teatrino delle correnti o delle polemiche e dei veti incrociati”.

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