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I dubbi sulla morte di Cerciello. Ma perché non si crede alle verità ufficiali?

Sembra ormai che ogni notizia debba essere messa in discussione

La conferenza stampa organizzata dall'Arma dei Carabinieri per esporre i dettagli sulla morte del vice brigadiere Mario Cerciello Rega semba aver alimentato i dubbi e gli interrogativi di stampa e opinione pubblica sul tragico episodio di via Cossa. Questo apre una riflessione sulla tendenza di buona parte della popolazione a non credere alle notizie, a prescidere da qualsiasi verità ufficiale. Anzi, a credere al contrario di quella che è la verità ufficiale.

La disaffezione dei cittadini nei confronti della politica e delle istituzioni porta inevitabilmente anche una minore fiducia nei confronti dei soggetti tradizionalmente preposti all'informazione. Contestare però la veridicità di qualsiasi notizia sembra assai esagerato.

Fino a qualche anno fa si faceva contro-informazione, che più di una volta è stata fondamentale per smascherare verità ufficiali. Adesso invece si mette in dubbio tutto, a volte anche con il contributo di fake news, o bufale che dir si voglia: in alcuni casi create per ottenere click, in altri per orientare l'opinione pubblica. 

 

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