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Festa del Cinema di Roma – Quando i divi si raccontano

Un successo la sezione “Incontri Ravvicinati”

Abbiamo scelto altri tre incontri che hanno entusiasmato il pubblico dell’Auditorium per la Festa del Cinema di Roma che si è conclusa sabato scorso registrando ottimi bilanci.

 

JUDE LAW. Nessun tappeto rosso per l’attesissima star, che ha scelto di arrivare all’incontro con il pubblico in sordina, dove ha raccontato la sua ultima fatica, quattordici ore in piedi al giorno per non rovinare gli abiti di scena della serie tv di Paolo Sorrentino per HBO “Young Pope che sta girando a proprio a Roma in questo periodo dove lo vedremo interpretare un prete americano: ”Come molti altri adoro il lavoro di Sorrentino e dopo La grande bellezza ho detto a tutti che avrei voluto fare qualcosa con lui. Un mese dopo mi è arrivata questa sceneggiatura, non potevo non cogliere questa occasione. Abbiamo girato nel centro di Roma, Sorrentino ha inventato un Papa americano contemporaneo, ma non so cosa altro posso aggiungere se non che la difficoltà più grande sono i costumi. Mi costringono a stare praticamente per quattordici ore senza sedermi, al massimo posso appoggiarmi a un trespolo, uno sgabello scomodissimo, per non sgualcire l’abito”.

 

RENZO PIANO, che ha parlato del suo mestiere e della propria idea di architettura, mostrando immagini dei suoi lavori tra cui lo studio per la realizzazione del nuovo teatro europeo degli Academy Studios di Hollywood a Los Angeles, senza tralasciare le similitudini con il cinema: ”A cominciare dal fatto che sono due mestieri avventurosi e pericolosi”.

Poi ha raccontato delle sue origini:”Le radici sono il tuo vissuto, un terreno fertile straordinario. E tutta la vita continui a ripassare una storia che ti appartiene, basta non costruirci sopra castelli di retorica, autobiografie, basta insomma non pensarci, ma sapere che quel mondo local è diventato il tuo universale, il tuo timbro, che non significa stile, che invece è un'idea cretina, banale e commerciale”, del suo rapporto con Genova, sua città natale e con il mare: “Il mare è sempre stato il mio orizzonte, la mia voglia di avventura e di scoperta. Forse da lì e dal porto di Genova, il mio porto dove tutto galleggia e vola, deriva la mia fissazione di leggerezza, di sfida della forza di gravità”.

 

WES ANDERSON DONNA TART: lui amatissimo regista de: “I Tenenbaum” e “Grand Budapest Hotel” solo per citarne alcuni, “ lei Premio Pulitzer per “Il cardellino”, arrivano sul red carpet lui vestito i abito marrone e camicia gialla a quadretti anni 70, lei completo nero e cravatta rossa, capelli a caschetto da perfetta garçonne. Tema centrale dell’incontro il grande amore per il cinema italiano che entrambi hanno; Donna Tart parla del film di Antonioni “La notte”: “E' un film che ti tormenta. Non credo che esista un film migliore sulla solitudine, è talmente bello, il momento in cui escono dalla notte, la notte è finita, e poi escono all'alba. Sono due pianeti oscuri uno a fianco all’altro”. Anderson sceglie il film "L'Avventura": "E' un film così sorprendente, una rottura con la tradizione dei film fino ad allora. Mi sono detto: anche io voglio essere così, voglio fare lo stesso”.

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