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Energia, la realtà batte l’ideologia (e fa riaprire le centrali a carbone)

Col gas e le quotazioni di CO2 alle stelle, e 4 reattori francesi spenti per manutenzione, i prezzi del kilowattora s’impennano: e Enel riaccende gli impianti di La Spezia e Monfalcone

caro bollette

Caro bollette

E alla fine ci è voluto il caro energia per rimuovere i paraocchi green dai volti dei manutengoli del peggior affermazionismo ambientalista. Con i prezzi del kilowattora che continuano a inanellare nuovi record, infatti, d’improvviso le italiche autorità competenti hanno riscoperto il senso delle priorità. E, nel momento in cui si è dovuto fare di necessità virtù, l’ecocatastrofismo ha subito ceduto il passo alla realpolitik.

La tempesta perfetta sull’energia

Il Sole 24 Ore l’ha definita «la tempesta perfetta sull’energia». Una combinazione di fattori che, presentandosi tutti nello stesso momento, hanno mandato alle stelle i costi dell’elettricità.

Alcuni, in realtà, sono ormai atavici, come l’impennata del prezzo del gas che sui mercati comunitari è stato scambiato a oltre 160 euro per megawattora. O le altissime quotazioni della CO2 che, come riferisce il principale quotidiano economico nostrano, può incrementare le bollette della luce di 25-30 centesimi al kilowattora. E di cui Bruxelles ha la responsabilità esclusiva, come abbiamo più volte argomentato.

europa (al) verde
Europa (al) verde

Poi, però, ci sono anche le contingenze occasionali, tipo la stagione invernale che spinge la richiesta di riscaldamento e spegne il fotovoltaico a metà pomeriggio. Il che, unito alle difficoltà dell’eolico, esalta drammaticamente i limiti delle rinnovabili, il cui stoccaggio a oggi è tecnologicamente impossibile, come ricordava l’economista Giulio Sapelli.

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L’economista Giulio Sapelli

Tuttavia, a sparigliare le carte è stato l’annuncio, proveniente dalla Francia, della chiusura per manutenzione di quattro grandi reattori nucleari. Che costituiscono il 10% del fabbisogno energetico nazionale, tanto che per far fronte all’immediata emergenza sono stati riattivati sei impianti a petrolio. Ma forse la cosa più sorprendente è che, una volta tanto, un provvedimento simile lo ha adottato perfino l’Italia.

La realtà batte l’ideologia

A rompere gli indugi è stata Terna, la S.p.A. che gestisce la rete di trasmissione dell’alta tensione. E che ha sollecitato Enel a riaccendere la centrale a carbone di La Spezia, appena due settimane prima che venisse disattivata per convertirla al metano. E non è nemmeno un unicum, visto che aveva già chiesto (e ottenuto) dalla multiservizi A2A la riapertura dello stabilimento friulano di Monfalcone.

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La centrale Enel “Eugenio Montale” di La Spezia

Come a dire, parafrasando Abramo Lincoln, che è possibile ingannare tutti per qualche tempo e qualcuno per sempre, ma non è possibile ingannare tutti per sempre. Anche se ci prova una moda imperante come quella verde. Perché c’è una cosetta chiamata “realtà” che ha il brutto vizio di presentare il conto. E che – potete scommetterci – alla lunga si prenderà la rivincita su qualsiasi effimera ideologia.

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