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Discoteca il pomeriggio, niente alcol e con educatori, Flamini (Silb Roma): “Meglio anche per i gestori”

Lo psicologo Bruno Casinghini: “Si vuole ridare un equilibrio agli eccessi. Con gli educatori i genitori saranno più tranquilli”

Discoteca

La discoteca intesa come luogo delle meraviglie, un posto all’interno del quale socializzare, divertirsi, ballare in sicurezza, ricercando un ambiente per crescita e arricchimento culturale. Al pomeriggio, come si faceva sino a qualche tempo fa.

E’ la mission del progetto “Wonderland”, la discoteca educativa destinata a giovani tra i 13 e i 17 anni, portata avanti dal Comune di Vicopisano, in provincia di Pisa. Un progetto, destinato a promuovere il divertimento sano, per i ragazzi che intendano ricercare occasioni di socialità e accrescimento personale.

Presenza fondamentale quella di personale educativo, a disposizione dei giovanissimi per sostenerli, promuovendo un divertimento consapevole, che può esistere senza mettere a repentaglio sé stessi o gli altri, incentivando nuovi incontri e conoscenze.

Una discoteca

Quest’iniziativa, oltre a voler conferire in qualche modo gli strumenti giusti ai giovani per affrontare con maggiore sicurezza nuovi orizzonti verso le tappe della crescita, sono un’opportunità anche per chi lavora nel settore delle discoteche? Ritornare a questa modalità di concepire il divertimento è un punto a favore per i gestori di locali?

Lo abbiamo chiesto a Antonio Flamini, Presidente Silb Fipe Roma, l’associazione italiana imprese di intrattenimento da ballo e spettacolo.

Antonio Flamini
Antonio Flamini

“L’idea può funzionare” – ci dice Flamini – “una volta esistevano nelle discoteche le attività pomeridiane, che erano esclusivamente senza alcol e riservate ai minori. Era un’attività, soprattutto per le discoteche, anche molto conveniente. Si svolgevano in strutture, il sabato e la domenica pomeriggio, che oggi non vengono utilizzate. E’ sicuramente un elemento positivo. Bisogna capire come può rispondere la clientela a una proposta di questo tipo. Per i gestori, è un’opportunità. Se i giovanissimi dovessero preferire questa modalità, eviterebbero tutta una serie di problemi collegati alla presenza di minori durante delle serate dove invece c’è presenza di alcol“.

Resta da capire se una soluzione del genere, possa essere davvero sufficiente a arginare l’annoso problema del divertimento giovanile, spesso esplicitato in modalità poco consone e soprattutto consapevoli, tra alcol, droga e eccessi di vario genere.

“E’ un tentativo, si vuole ridare un equilibrio agli eccessi“, ci dice Bruno Casinghini, psicologo e psicoterapeuta –  “attraverso queste modalità caste e pure. L’uomo lo fa, perché tende a voler recuperare da situazioni che, al contrario, possono provocare squilibri comportamentali. E’ un voler ripristinare una parte mediana che ha meno picchi, di conseguenza risulta più vivibile. La presenza degli educatori funge da autovelox“.

“E’ come se tutti andassero ad alta velocità e serve qualcuno che riporti a velocità normale. In questo momento c’è eccesso di velocità. Se i ragazzi vanno in una festa, sapendo di essere monitorati da qualcuno che li controlla, si autolimitano. Quelli che cercano gli eccessi non si recano in questi posti. Ma soprattutto è un vantaggio per i genitori, che sanno di mandare i propri figli in un ambiente diciamo controllato. Così accettando di mandarli più volentieri, con meno ansie“.