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Decreto Ilva, l’allarme di FAST-Confsal: “Un colpo ai diritti fondamentali dei lavoratori”

Secondo la FAST-Confsal, la norma introdurrebbe “un grave arretramento” nella tutela dei diritti, pregiudicando contenziosi essenziali per la dignità del lavoro

Ilva Taranto

La protesta è netta e arriva con toni preoccupati. La FAST-Confsal, federazione sindacale che rappresenta migliaia di lavoratori in settori strategici, ha lanciato un duro monito al Parlamento: “Il decreto Ilva rischia di compromettere diritti fondamentali dei lavoratori”.

Il sindacato denuncia l’articolo 9-bis: rischio arretramento nelle tutele costituzionali

Nel mirino del sindacato c’è l’articolo 9-bis del disegno di legge n. 1561/2025, attualmente in discussione al Senato per la conversione del decreto-legge n. 92, che interviene sul sostegno ai comparti produttivi.

Secondo la FAST-Confsal, la norma introdurrebbe “un grave arretramento” nella tutela dei diritti, comprimendo garanzie costituzionali e pregiudicando contenziosi essenziali per la dignità del lavoro.

Il nodo della prescrizione: cosa cambia per i lavoratori

Il cuore della contestazione riguarda la reintroduzione della prescrizione dei crediti lavorativi durante il rapporto di lavoro. L’articolo 9-bis prevede infatti che i lavoratori abbiano un termine decadenziale di soli 180 giorni per agire in giudizio e stabilisce una presunzione legale di adeguatezza della retribuzione.

“Si tratta di una norma pericolosa”, afferma la federazione sindacale, “perché vanifica l’efficacia di precedenti storici della giurisprudenza, come la sentenza Wiliam della Corte di Giustizia dell’UE (causa C-342/13), che riconosce il diritto alle ferie annuali retribuite come diritto fondamentale e imprescrittibile finché il datore di lavoro non mette il lavoratore nelle condizioni effettive di fruirne”.

Ferie non godute e rivendicazioni a rischio

In particolare, FAST-Confsal evidenzia come la nuova norma possa avere un impatto diretto su una delle vertenze più sentite: il pieno riconoscimento delle ferie maturate e non godute. Una questione che interessa migliaia di lavoratori italiani, soprattutto in settori ad alta intensità di turnazione e straordinari.

“Le imprese, che da anni eludono ogni confronto strutturato sul recupero delle ferie residue, potrebbero trovarsi coperte da una legge che anticipa la prescrizione e introduce una decadenza breve e sproporzionata. Così – denuncia il sindacato – si compromette il diritto a un ristoro pieno e giusto, rendendo irrealizzabili numerose rivendicazioni, anche in presenza di diritti sostanziali accertati”.

Un provvedimento “eterogeneo” e senza confronto sociale

FAST-Confsal critica inoltre il metodo: l’inserimento di una misura di questa portata all’interno di un decreto che, per sua natura, dovrebbe concentrarsi sul sostegno ai comparti produttivi. “È inaccettabile che un tema così centrale venga trattato senza un adeguato confronto con le parti sociali. La tutela del lavoratore non può essere subordinata a semplificazioni procedurali che, di fatto, premiano chi ha violato obblighi contrattuali e normativi per anni”.

L’appello al Parlamento: “Stralciare l’articolo 9-bis”

Il sindacato chiede dunque con fermezza lo stralcio dell’articolo 9-bis dal disegno di legge. “Per rispetto verso i lavoratori, verso i principi costituzionali e verso l’ordinamento europeo, che impongono standard minimi inderogabili di tutela, il Parlamento deve fare un passo indietro”, afferma la nota.

“La giustizia del lavoro non può essere svuotata di senso a colpi di emendamento. Non si può sacrificare il diritto alle ferie, alla giusta retribuzione e alla tutela giudiziaria solo per semplificare il contenzioso. Sarebbe un arretramento culturale e giuridico intollerabile”.

Il calendario dei lavori parlamentari

Il disegno di legge n. 1561/2025, che contiene il discusso articolo 9-bis, è attualmente in fase di esame nelle commissioni competenti del Senato. Secondo il calendario ufficiale, la discussione in Aula è prevista per la settimana prossima, con il voto finale che potrebbe arrivare entro la fine del mese. Le organizzazioni sindacali stanno preparando iniziative di mobilitazione per sensibilizzare l’opinione pubblica e fare pressione sui parlamentari.

Un tema decisivo per il futuro dei diritti del lavoro

La partita che si gioca attorno al decreto Ilva è dunque ben più ampia di quanto suggerisca il nome tecnico del provvedimento. In gioco ci sono principi fondamentali come il diritto al riposo, alla giusta retribuzione e alla possibilità di ricorrere alla giustizia per ottenere quanto dovuto.

In un contesto in cui l’Italia è già osservata speciale a livello europeo per le sue tutele sul lavoro, la questione sollevata da FAST-Confsal rischia di diventare un caso emblematico di come le esigenze di semplificazione amministrativa possano entrare in rotta di collisione con i diritti costituzionali.