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Dal Campidoglio il grido di M5S: “Io sto con Ilario e Valentino”

Intanto si avvia Commissione di inchiesta sul contratto con il Consorzio Roma TPL per presunti inadempimenti

Mentre la situazione del trasporto pubblico capitolino, soprattutto quello in mano ai privati e quindi facente capo al Consorzio Roma TPL, precipita sempre più a fondo, i vertici dell’azienda si permettono di mancare l’appuntamento con la Commissione Mobilità “convocata per discutere la grave situazione del personale con le organizzazioni sindacali” – come informano il presidente della Commissione Mobilità Annamaria Cesaretti (SEL) e i consiglieri Capitolini Enrico Stefàno (M5S), Athos De Luca (PD) e Ignazio Cozzoli (FI). La Commissione era stata convocata per ieri, 8 ottobre, presso gli Uffici di l.go Loria con, all’ordine del giorno, proprio “i presunti inadempimenti rispetto al Contratto di Servizio con Roma Capitalee “approfondimento vicenda dei lavoratori Trotta Bus srl sospesi dal servizio”.

Ma “per l’ennesima volta i vertici del Consorzio Roma TPL  e Consorzio COTRI disertano la seduta della Commissione Mobilità – fanno sapere dalla Commissione, ritenendo questo un – atteggiamento di arroganza, divenuto ormai inaccettabile alla luce della grave crisi in cui versa il TPL Romano”. 

Quali soluzioni allora vengono proposte dal Campidoglio? “La commissione Mobilità, con unanime intento e con l’urgenza del caso, proporrà l’istituzione di una commissione di inchiesta per verificare tutti gli eventuali inadempimenti del consorzio rispetto al contratto di servizio con Roma Capitale”.

Parte in causa anche l’assessore alla Mobilità Improta, al quale presidente e componenti della Commissione chiedono “di passare dalle parole ai fatti”. Ovvero: “subito l’irrogazione di sanzioni pecuniarie per gli eventuali inadempimenti e subito risposte sugli oneri del personale che si assumono non versati, a cominciare dal fondo di previdenza. Subito le verifiche sui sospetti casi di comportamenti persecutori ed antisindacali iniziando dal reintegro dei dipendenti sospesi dopo il servizio della trasmissione televisiva Presa Diretta”. 

E se gli inadempimenti fossero accertati? “E’ ovvio – rispondono dalla Commissione – che se tali inadempimenti fossero riscontrati integrerebbero da soli i presupposti per la risoluzione del contratto di servizio. Speriamo che questo possa essere lo strumento decisivo per stabilire una volta per tutte se il contratto tra Roma Capitale e il Consorzio Roma TPL debba continuare ad esistere o vada risolto per evidente inadempimento”.

Nel frattempo, nei confronti di Ilario e Valentino, i due autisti della Trotta Bus Service sospesi dal servizio, non manca la solidarietà. Dopo il blitz in Aula Giulio Cesare da parte dei colleghi del sindacato USB, arriva la dimostrazione di vicinanza dei consiglieri capitolini del Movimento 5 Stelle, che in Aula hanno srotolato uno striscione con la scritta ‘Io sto con Ilario e Valentino’ (in foto in consigliere Virginia Raggi ed Enrico Stefàno, ndr), riprendendo la battaglia ‘via web’ lanciata da Riccardo Iacona, conduttore della trasmissione ‘incriminata’, con l’hashtag #iostoconilarioevalentino.

Non solo. Giovanni Barozzino e Massimo Cervellini, entrambi senatori eletti nelle liste di SEL, hanno preparato un’interrogazione parlamentare rivolta al ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali nella quale si chiede “se il ministro non intenda verificare i fatti descritti (nelle lettere inviate ai lavoratori, ndr), attivarsi per chiedere l’annullamento delle sanzioni nei confronti dei delegati, farsi garante della libertà d’espressione e di informazione dei lavoratori e cittadini e, contestualmente, promuovere le azioni necessarie alle verifiche sulla corretta applicazione del capitolato d’appalto con il Consorzio Roma TPL”.

In attesa di risposte, da USB non c’è l’intenzione di lasciare soli non solo Ilario e Valentino, ma tutti i colleghi che potrebbero ritrovarsi al loro posto, nonché gli utenti e fruitori di un servizio pubblico al collasso. È perciò partita una forma di protesta sui generis – che coinvolge anche il comparto pubblico, quello ATAC, che vede impegnato oltre a USB anche il sindacato di Micaela Quintavalle, Cambia-Menti m410 – che prevede di arrestare il mezzo ogniqualvolta le condizioni di questo “mettano a repentaglio la sicurezza dei lavoratori, dei passeggeri e degli altri utenti della strada”.

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