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“Daje Mattè”: Salvini si gasa e spera nel bagno di folla, l’8 dicembre

In vista della manifestazione a piazza del Popolo, il leader leghista parla di Roma e del sostegno dei cittadini

Lui esagera un po’, come del resto fa sempre, ma l’impressione è che non sia così lontano dal vero. “Ogni giorno – racconta ai microfoni di Radio Radio, parlando di Roma e del suo rapporto con la cittadinanza – mi fermano studenti, edicolanti, netturbini e tassisti, dicendo Daje Mattè”. Quanto alle altre categorie, benché non citate (e anche in questo è il solito furbacchione: sciorina la mercanzia che funziona di più ma sottintende che i magazzini sono molto, molto più pieni), sono sicuramente ricomprese. Quale più e quale meno.

Chiaro: la Lega che parlava solo al Nord, o a una regione limitrofa come l’Emilia-Romagna che poteva dirsi a sua volta ‘padana’, è un ricordo del passato. Quasi una reminiscenza. Si sa che c’è stata, come un nonno battagliero e un po’ rompicoglioni, ma non è più un riferimento vincolante. La Lega di Salvini, che già solo per questo ha compiuto un capolavoro propagandistico, è un partito nazionale a tutti gli effetti. Nazionale e nazionalista.

Per la manifestazione che si svolgerà l’8 dicembre proprio qui a Roma, e nella ‘oceanica’ Piazza del Popolo cara alle destre, lo slogan è infatti inequivocabile: ‘Prima gli italiani!’. Chiaro e tondo. Semplice e onnicomprensivo, per chi sia appunto italiano e non sia obnubilato dalle smanie mondialiste all’insegna dell’ecumenico, e spesso alquanto ipocrita, ‘su questa terra siamo tutti fratelli’. Dal turkestano al finlandese, dal cipriota al peruviano, dall’aborigeno australe al wasp anglosassone. E quindi anche, ci mancherebbe, dall’italiano al nomade e al maghrebino e al senegalese. E via ‘benettonando’ a suon di United Colors (of the Dollars).

“Io – prosegue Salvini – dico che non sto facendo niente di particolare o di eccezionale e con buonsenso. Abbiamo scelto di riempire Piazza dal Popolo, non contro qualcuno o qualcosa ma per dire grazie a chi ci sta dando fiducia e per raccontare quanto fatto nei primi sei mesi e per dire quanto faremo nei prossimi 4 anni. Ogni tanto anche guardarsi negli occhi con mamme e bambini e dirsi grazie andate avanti non solo su Instagram su Radio Radio o su Twitter per me è importante”.

Salvini e Raggi: collaborazione obbligatoria

Più nello specifico, ossia al di là degli ammiccamenti alle persone comuni (parafrasando i 5 Stelle, un voto vale l’altro), Salvini tocca anche un tema più spinoso. Che è quello dei rapporti con la giunta guidata da Virginia Raggi. Rispetto alla quale, come noto, non sono mancati gli attriti e addirittura la promessa, da parte del capogruppo leghista in Campidoglio, Maurizio Politi, di cercare un sindaco diverso, e di altra provenienza, alle prossime elezioni.

Salvini si destreggia: “Cercherò di fare tutto il possibile con questa amministrazione per aiutarla a garantire più sicurezza in tutti quartieri. Non so chi si candiderà tra due anni ma il mio dovere è occuparmi dell’oggi. Con il prefetto e il Sindaco abbiamo fissato un calendario di interventi in tutte le zone di Roma partendo dalla Tiburtina passando per Tor Bella Monaca e Ostia. Non vado in piazza l’otto dicembre per candidarmi a qualche cosa: non fatemi pensare a cosa succederà in Campidoglio nei prossimi due anni. Vedo di riuscire a fare qualche cosa di meglio rispetto a chi c’era prima di me anche per Roma, facendo il mio lavoro”.

Sempre che, vedi le fortissime pressioni UE sul governo, gli permettano di continuare a farlo.

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