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Da Beppe Recchia a Roma entrano gli animali ma non i bambini

Beppe Recchia, ristoratore romano originario di Valmontone non accetta bambini nel suo ristorante

Comunque la si veda ci vuole del coraggio a dire pubblicamente che nel proprio ristorante i bambini non siano desiderati. Certo c'è bisogno di un motivo altrimenti risulterebbe difficile da digerire la scritta "Nel mio ristorante: Sì Animali, No Bambini", ma le motivazioni si possono capire.

Troppo spesso i bambini delle ultime generazioni non hanno un'educazione sufficiente per essere presentati in un ristorante, soprattutto se il ristorante è di quelli che richiedono un contegno, che hanno la loro natura nell'atmosfera e nell'ambiente elegante e confidenziale. Molti bambini non riescono a stare seduti a tavola perché non hanno ricevuto nessuna educazione in merito e anche perché non vogliono e non possono stare seduti troppo a lungo.

Sarebbe normale che i genitori ne tenessero conto prima di decidere di andare a cena in un locale inadatto ai loro bambini, ma come si fa a pretendere questo ragionamento da persone che probabilmente si comportano allo stesso modo, senza criterio, anche nel resto della loro giornata?

Beppe Recchia, questo è il nome del singolare ristoratore, valmontonese di origine, titolare di un avviato ristorante nei pressi di via Veneto ha voluto esprimere in modo eclatante con cartelli molto espliciti che denunciano la disponibilità ad accogliere cani e gatti ma non i bambini, la sua insofferenza alle urla e alle corse tra i tavoli di marmocchi selvaggi che disturbano la maggior parte dei clienti che scelgono il suo ristorante anche per la riservatezza.

Ci dice Beppe Recchia: "E' naturale che la responsabilità sia dei genitori ma non posso cacciare via tutti, ho dovuto decidere di far fuori i bambini".

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