Prima pagina » Cronaca » Cts: governo e regioni stanno giocando con il fuoco, bisogna chiudere tutto e subito

Cts: governo e regioni stanno giocando con il fuoco, bisogna chiudere tutto e subito

“Sarebbero sufficienti due, al massimo tre settimane ma si deve chiudere tutto, subito”

Piazza Colonna a Roma deserta

Piazza Colonna a Roma deserta

Non hanno capito la gravità della situazione: non ci sono alternative a un lockdown duro, generalizzato. Sarebbero sufficienti due, al massimo tre settimane ma si deve chiudere tutto, subito”.

Così gli scienziati del Cts (Comitato tecnico scientifico) infrangono anche se in via ufficiosa, il “protocollo” stabilito con la venuta del nuovo inquilino di Palazzo Chigi, Mario Draghi, che limita lo spazio di comunicazione dei tecnici agli appuntamenti istituzionali.

Lockdown subito per 2-3 settimane

Gli specialisti del Comitato scientifico sono unanimi nel ritenere che il governo e le regioni stiano giocando con il fuoco perché la situazione dei contagi da Covid potrebbe di nuovo andare fuori controllo.

Se si sostiene e si attua la didattica a distanza – è la loro argomentazione -allora con 250 contagi ogni 100mila abitanti bisogna anche istituire in modo automatico la zona rossa con la chiusura di ogni attività che non sia indispensabile. In pratica si deve passare a uno stato di lockdown simile a quello di un anno fa.

Chiudere le scuole e permettere poi che i ragazzi si accalchino nei luoghi della movida e nei centri commerciali. Senza dubbio non basta l’allerta lanciato dal Viminale con una circolare ai prefetti affinché attivino “servizi di controlli mirati con il concorso delle polizie locali, nelle zone urbane usualmente interessate dal fenomeno della movida”.

Chiudere bar e ristoranti

Per i tecnici con le scuole devono chiudere pure bar e ristoranti. Insomma non bastano le zone rosse e alcune aree circoscritte in lockdown.

Da qui puntualmente le varianti riescono a trovare facilmente le vie per diffondere il Coronavirus. Sono preoccupati al ministero della Salute che si possa compromettere una campagna di vaccinazione che già di per sé sta incontrando mille difficoltà, come il numero insufficiente di dosi e la mancanza di fluidità nell’organizzazione.

Interventi rapidi e tempestivi

Due giorni fa il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, che è anche esponente del Cts era stato chiaro: “occorrono interventi radicali e tempestivi” per riportare l‘Rt sotto la soglia dell’uno e contenere le varianti.

Dopo il report Iss di venerdì gli scienziati si attendevano iniziative più forti sia da parte del governo sia delle regioni in particolare quelle colpite dalle varianti.

Sono rimasti invece sorpresi e anche delusi dalla reazione ritenuta troppo blanda gli esperti che si sono resi conto di non essere stati forse abbastanza incisivi nel trasmettere il livello di rischio.

Nuovo Dpcm in vigore fino al 6 aprile

Ieri, 6 marzo, è entrato in vigore il nuovo Dpcm, il primo firmato da Mario Draghi, che sarà valido fino al 6 aprile.

Il provvedimento prevede che sopra i 250 casi scatta la didattica a distanza ma lascia ai governatori delle regioni la possibilità di decidere se attuare o meno la zona rossa.

Per gli scienziati con una campagna vaccinale in corso il cambio di colore e il passaggio in zona rossa con il massimo delle restrizioni dovrebbe essere automatico.

Lascia un commento