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Covid, Sileri: “Stiamo entrando nella quarta ondata. Necessaria terza dose”

In generale, comunque, il Sottosegretario si è detto soddisfatto di come stia procedendo la lotta al virus

Pierpaolo Sileri

Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri

Il Sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, ha spiegato che i casi in aumento nelle ultime settimane sono un sintomo evidente dell’avvio della nuova, quarta, ondata. Comunque si tratta di un’ondata che può essere tenuta a bada, grazie soprattutto al procedere della campagna vaccinale. Infatti, ribadisce Sileri, i casi più gravi riguardano comunque coloro che non si sono vaccinati.

L’avvio della nuova quarta ondata

Negli ultimi 20 giorni è stato riscontrato un cospicuo aumento dei casi. I numeri in crescita non sarebbero altro che la rappresentazione della quarta ondata, seppur ancora in una sua fase iniziale. Così il Sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri ai microfoni di un programma contenitore di Rai Radio 1. L’esponente del M5S, tiene a precisare che, in base a quanto stanno dichiarando i medici di tutta Italia, coloro che presentano i sintomi in modo grave al punto da richiedere cure ospedaliere, rimangono gli appartenenti alle fasce dei non vaccinati. “Poi c’è qualcuno che ha fatto solo la prima dose di vaccino e qualcuno che è positivo dopo la seconda dose, ma positività non significa forma grave della malattia” aggiunge.

Un’ondata che, stando a quanto afferma Sileri “sarà caratterizzata da un ulteriore aumento di casi positivi, ma anche da una stabilizzazione dei ricoveri e dei decessi – più probabile da osservare laddove è maggiore la percentuale di popolazione non vaccinata. Ma attenzione – mette in guardia – perché ci stiamo concentrando a vaccinare i più giovani mentre la cosa più importante, che mi preoccupa maggiormente, è andare a cercare gli over 50. Saranno loro, se non vaccinati, a correre il maggior rischio di essere inclusi nel computo dei malati gravi di questa quarta ondata” ha concluso Sileri.

L’ipotesi (verosimile) della terza dose

Poi, si esprime in merito alla terza dose di vaccini anti-Covid 19. “Dovremo fare una terza dose – dice – ma è difficile dire quando. Questo è un vaccino che conosciamo da poco meno di un anno, non ne conosciamo il suo largo uso nella popolazione, considerando che i vari Paesi occidentali hanno iniziato a ottobre-novembre. A oggi sappiamo che la risposta anticorporale, la risposta protettiva, permane. Quanto, però, durerà questa risposta lo scopriremo soltanto nei prossimi mesi”. 

È verosimile che possa durare un anno, un anno e mezzo. – continua – Se così dovesse essere, è chiaro che sarà necessaria una terza dose”. Per il sottosegretario alla Salute “è verosimile che una terza dose possa essere necessaria in coloro che hanno un sistema immunitario più fragile, ad esempio persone molto anziane, pazienti oncologici in chemioterapia o, ad esempio, pazienti che si sono sottoposti ad un trapianto. Così come è possibile che una terza dose possa essere necessaria nel caso dovesse comparire una variante tale da eludere i vaccini esistenti”.

Sul Green pass la stragrande maggioranza segue le regole

Il Sottosegretario alla Salute si è espresso anche in merito al Green pass. E, stando a quanto afferma, chi non si attiene alle regole riguarda una piccola percentuale. Ma Sileri, in generale, si dice ottimista sul debellamento del virus. “Dobbiamo dirci la verità: le cose stanno andando bene, stiamo mettendo all’angolo il virus, anche se c’è sempre il rischio di nuove varianti, come la Delta che ha fatto registrare casi in Italia e nel Regno Unito e, ora, negli USA. Progressivamente – conclude Sileri – caleranno anche quei casi. Perché anche la variante Delta incontrerà sempre più persone vaccinate. Speriamo non arrivino altre variante più contagiose e più pericolose”, ha aggiunto il sottosegretario alla Salute.

Fonti: Agenzia Dire

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