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Corruzione negli appalti pubblici? “Normale” per 7 imprese su 10

I dati dello studio della CNA ‘Corruzione, pubblica amministrazione e imprese’

La corruzione nella pubblica amministrazione? È “normale” per almeno 7 imprese su 10, intervistate dalla CNA di Roma. Un dato allarmante: questa “normalità” è il risultato di un quadro di norme “poco chiare e molto disordinate” che costituiscono un terreno fertile per la diffusione della corruzione e della collusione. Il 42,7% delle piccole imprese di Roma e del Lazio si dice “totalmente d’accordo” nel considerare normale corruzione e collusione nella pubblica amministrazione. A queste si aggiunge un ulteriore 30,9% che si dichiara “abbastanza d’accordo”.

Il focus sulla corruzione nella pubblica amministrazione è contenuto nell’indagine congiunturale sulle piccole imprese della regione Lazio realizzata dalla CNA di Roma e il Centro Europa ricerche e presentata oggi dal presidente e dal direttore della CNA, Erino Colombi e Lorenzo Tagliavanti, alla presenza dell’assessore alla Legalità di Roma Capitale, Alfonso Sabella.

“Purtroppo quasi il 70% delle piccole imprese di Roma e Lazio ritiene ‘normale’ il fatto di poter trovare un pubblico amministratore che possa creare una situazione di corruzione. È molto grave perché questo elemento di normalità crea una situazione economica difficile e va contrastato”. A dirlo è Lorenzo Tagliavanti, direttore della CNA di Roma, in occasione della presentazione dell’indagine congiunturale che contiene anche il focus ‘Corruzione, pubblica amministrazione e imprese’. “Le cause individuati dai piccoli imprenditori – spiega Tagliavanti all’agenzia DIRE – sono la normativa e la mancanza di controlli. Tutto questo produce anche una certa sfiducia per quanto riguarda gli appalti: quasi metà degli imprenditori ritengono che gli appalti siano in qualche modo condizionati”.

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